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Il farmaco per la pressione scaccia anche gli incubi
Benessere - Articoli
Scritto da Carmela Pelaia     Mercoledì 07 Marzo 2012 09:00    Stampa E-mail
dormireUn farmaco già in uso per combattere la pressione arteriosa, la prazosina, potrebbe essere efficace anche per il trattamento da stress post-traumatico (PST) causato dagli incubi. Per le persone che soffrono di PST, uno dei problemi più devastanti è l'esperienza di incubi con effetti così gravi da determinare pensieri suicidi, o abusare di alcol e sostanze stupefacenti.

A dichiararlo è il team di ricercatori americani della Mayo Clinic di Rochester con uno studio presentato al 20° Congresso Europeo di Psichiatria tenutosi a Praga dal 3 al 6 marzo.

il farmaco per la pressione scaccia anche gli incubi
Nel corso dello studio, gli esperti hanno analizzato 12 ricerche sugli effetti della prazosina, un vasodilatatore utilizzato per il trattamento dell'ipertensione, rilevando che sarebbe in grado di aiutare i soggetti affetti da stress post-traumatico a dormire sonni tranquilli. Infatti hanno osservato che i pazienti sottoposti al trattamento soffrivano meno di incubi notturni e di risvegli improvvisi mentre, dopo aver interrotto l'assunzione di prazosina, ricominciavano ad avere brutti sogni. Praticamente la prazosina riesce a bloccare i recettori della norepirefrina del sistema nervoso centrale che in tal modo non vengono iperstimolati dall'attività notturna del cervello e permettono un riposo naturale ai pazienti.

Simon Kung, psichiatra della Mayo Clinic, afferma che non ci sono molti farmaci  a disposizione per questo tipo di trattamenti, questo alfabloccante è l'unica promessa di un certo livello scovata negli ultimi tempi. Inoltre a causa dei bassi effetti collaterali, sembra logico estendere l'uso anche ai casi di PST non dovuti ad incubi. Il disturbo post-traumatico da stress scaturise in seguito ad eventi stressanti e traumatici quali catastrofi, incidenti e violenze, o incidenti scioccanti (come può essere stato quello alla Concordia della Costa Crociere), per diagnosticarlo occorre che i sintomi compromettano il funzionamento sociale e lavorativo della persona e che questi possano essere direttamente correlati all'evento traumatico che abbia causato orrore, paura intensa o senso di impotenza.
 

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