Ancora una volta ci troviamo a parlare di obesità, un problema che affligge milioni di persone e di cui, negli ultimi anni si sta cercando la causa.

Proprio su questo si è basata una ricerca internazionale che ha coinvolto diversi ricercatori, fra cui anche alcuni italiani, che hanno scoperto che alla base dell'obesità c'è un malfunzionamento di una proteina nel DNA.

La proteina incriminata è la GPR 120, che funziona da sensore sopra le cellule che sostano sull’intestino, sul fegato e sui tessuti adiposi, le quali servono a controllare i grassi che si trovano negli alimenti e che sono assunti dall’organismo.

La ricerca, inizialmente, si è basata su una sperimentazione sui topi di laboratorio, i quali sono stati privati di tale proteina fin dalle prime settimane di alimentazione molto grassa e i quali mostravano una  forte tendenza all’obesità, l’intolleranza al glucosio e l’insulino resistenza; quest’ultima annuncia in linee sottili il probabile arrivo del diabete.

Per completare il loro studio i ricercatori hanno analizzato il gene della proteina GPR120 in 6.942 obesi e in 7.654 soggetti di controllo per verificare se le differenze nel codice che porta le istruzioni per la proteina spia contribuisse all’obesità negli esseri umani. Attraverso questa analisi gli scienziati hanno scoperto che una mutazione,che rende la proteina disfunzionale, aumenta il rischio di obesità del 60%. Questa mutazione, ipotizzano gli esperti, simula l’effetto di una cattiva dieta priva di grassi insaturi omega-3.

Raffaella Buzzetti, dottoressa endocrinologa, spiega che questa scoperta può aprire nuovi scenari per lotta all’obesità; analizzando i DNA dei pazienti obesi, si potrà cercare e individuare magari nuovi farmaci e o degli innovativi progetti di prevenzione contro il peso in eccesso.

Continua la Buzzetti, asserendo che non è detto che chi presenta questa particolarità della proteina colpevole, debba diventare sicuramente obeso, molto dipende come sempre dallo stile di vita e dall’alimentazione sana e corretta.