Uno studio anglofinlandese dimostra che passare troppe ore al giorno in ufficio, dietro una scrivania, aumenta la probabilità che una persona possa cadere in depressione.

La ricerca, coordinata dalla dottoressa Marianna Virtanen della University College di Londra e pubblicata sulla rivista Plus One, è stata condotta su più di duemila impiegati governativi inglesi con età compresa tra i 35 e i 55 anni che non presentavano alcun tipo di disturbo legato alla depressione.

Stando ai dati della ricerca solo i maschi con stipendi alti non corrono questo rischio, mentre ad esserne più colpiti sono i giovani, le donne e chi guadagna poco.

I ricercatori affermano che un lavoro d'ufficio per più di  ore alla settimana incide sulla psiche dei lavoratori, tanto da aprire loro una strada preferenziale verso la depressione e che lo straordinario, ad esempio, aumenterebbe il rischio di malattie cardiache.

Immediata è arrivata la reazione dall'America, dove subito è stato preparato uno speciale, a cura della CNN, in cui si evidenzia che questi casi di depressione riguardino le parti bassi della piramide aziendale, perché da questo rischio sembrano esclusi i più pagati, i dipendenti di livello superiore come direttori, team leader, manager e politici.

Al di là della mentalità americana del successo a ogni costo, da quest'analisi si evince che chi segue ritmi di lavoro più regolari, quindi si limita alle 7 o 8 ore contrattuali, vive senz’altro meglio, a tutto vantaggio dell’umore.