Le statistiche parlano chiaro: se nel Consiglio di Amministrazione di una società c'è la maggioranza di dirigenti donne, questa impresa sarà florida e di sicuro successo.

Secondo Maria Grazia De Angelis, Presidente dell'Associazione Italiana di Studio del lavoro per lo sviluppo organizzativo, le aziende che hanno un'alta percentuale di dirigenti di sesso femminile ottengono ritorni finanziari significativamente superiori alla media.

La ricerca, pubblicata sulla rivista "Quaderni di Ricerca sull'Artigianato" evidenzia infatti che le performance aziendali sono migliori del 53% sia sui risultati economici globali che su quella di attrarre capitali.

In Italia il tessuto imprenditoriale femminile è molto vivace e prolifico, e si è dimostrato molto più stabile e resistente al periodo di crisi di quanto non abbia fatto la corrispondente parte maschile.

Le donne hanno ottenuto buoni risultati nelle aziende di fascia alta, oltre i 200 milioni l'anno, portando un utile dell'8,8%, differenziandosi dai colleghi maschi per un 0,2% in più. Il gap aumenta però nelle aziende medio piccole, ovvero quelle che fatturano dai 50 ai 200 milioni di euro l'anno: donna batte uomo 7,7% contro 6,5%.

Nonostante le premesse però nel Belpaese sono ancora poche le società quotate in Borsa con delle donne nei loro CdA: secondo una statistica europea l'Italia è 29esima su 33 Paesi esaminati per numero di consiglieri in gonnella, per un totale del 4% contro la media europea dell'11%.

Fonte: articolo dell'Agenzia di Stampa ADNKRONOS