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Origini e usanze di Capodanno |
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Ci siamo: oggi finisce il 2009, per molti anno da ricordare, per molti da dimenticare. Domani si volta pagina e si ricomincia con un nuovo anno ricco di speranze e propositi.
Ma chi ha deciso che è proprio DOMANI che tutto deve ricominciare? Vediamo un po' di storia del Capodanno e soprattutto, per chi ci crede, qualche rito scaramantico per far sì che il 2010 sia un anno fortunato. Andiamo indietro nel tempo: molto indietro. I Babilonesi amavano festeggiare la primavera in quanto rinascita della Terra e anche i Romani avevano fissato convenzionalmente l'inizio dell'anno nel tardo marzo. Dopo un periodo di caos, dove ogni imperatore si divertiva a manomettere il calendario, Giulio Cesare nel 46 a.C. decise di sincronizzarlo con il sole. Nacque così il calendario Giuliano, che metteva in cima alla lista dei giorni dell'anno proprio il primo gennaio. Nell'antica Roma il Capodanno si festeggiava a tavola con gli amici, scambiandosi come augurio di buona sorte dei vasi bianchi contenenti miele, datteri, fichi e ramoscelli di alloro, chiamati strenne. Il nome "strenna" derivava dal fatto che questi ramoscelli provenivano da un boschetto di una via dedicata a Strenia, una dea sabina portatrice di fortuna e felicità, situato sul Monte Velia. Nel Medio Evo il calendario Giuliano era utilizzato pressoché dappertutto, anche se la data d'inizio anno non era comune a tutti gli Stati: per alcuni era il 25 dicembre, per altri in marzo: solo con l'adozione del Calendario Gregoriano, dal nome di Papa Gregorio XIII che lo introdusse nel 1582, la data del primo gennaio fu resa definitiva. Veniamo ora ai nostri tempi: ormai i vasetti di miele sono passati di moda e per augurare buona fortuna ci sono ben altre usanze. Innanzitutto ci si mette sempre qualcosa di rosso (il più delle volte biancheria intima) e guai se in tavola al cenone mancano le lenticchie o i melograni! Facendo così amore e ricchezza sarebbero garantiti per i futuri 365 giorni. Dopo cena sono d'obbligo i botti: apparentemente per dimostrare l'allegria "esplosiva", nei tempi che furono erano usati allo scopo di spaventare gli spiriti maligni. A mezzanotte non si può scappare dal bacio sotto il vischio: questa pianta bene-augurale donerebbe abbondanza materiale e spirituale. I Druidi lo usavano nei cerimoniali sacri, mentre i celti credevano che componendo una bevanda con l'estratto di questa pianta si potesse produrre un potente elisir contro la sterilità. Una tradizione invece che si sta pian piano abbandonando è quella di buttare dalla finestra oggetti vecchi e inutilizzati. Approfondimenti: Sito For More Fun.it
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