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1 milione di italiani soffre di disturbi ossessivo-compulsivi |
Benessere - Articoli | |||
In Italia oggi sono circa un milione le persone colpite dai disturbi ossessivo-compulsivi, donne e uomini di tutte le età e classi sociali, che pur nella diversità di ciò che temono, hanno in comune il fatto di vivere nell'ombra la loro malattia.
I disturbi ossessivo-compulsivi sono più diffusi di quanto si pensa: si manifestano con pensieri ossessivi, spesso associati a comportamenti compulsivi, come ad esempio la paura di germi, virus e batteri, la paura di sbagliare o di comportarsi in modo socialmente inaccettabile, il bisogno eccessivo di ordine e simmetria, la paura di causare danni ad altre persone, le preoccupazioni religiose e sessuali, ma anche azioni ripetitive come la pulizia e il lavaggio continui, il controllo, l’organizzazione degli oggetti per colore o dimensione, la collezione o l’accumulo, il contare numeri o ripetere parole e frasi senza motivo o senso. Per queste persone nasce ora una nuova associazione, che si chiama Fuori dalla rete Onlus, nata con l'obiettivo di rispondere concretamente ai bisogni di chi soffre di questa ampia categoria di patologie. L'iniziativa viene dai medici, dai pazienti e dai loro familiari, con l'ambizione di diventare un punto di riferimento per tutte queste persone, perché i disturbi ossessivo-compulsivi sono spesso difficili da gestire e generano solitudine e sofferenza. Il disturbo ossessivo-compulsivo viene spesso tenuto nascosto, anche per il timore di essere giudicati, come spiega Laura Bellodi, direttore del Centro disturbi d'ansia e ossessivo-compulsivi del San Raffaele di Milano e presidente del Comitato scientifico di Fuori dalla rete Onlus. I disturbi ossessivo-compulsivi e le patologie correlate tipicamente compaiono tra i 6 e i 15 anni nei maschi e tra i 20 e i 29 nelle donne e, se non trattati, tendono a cronicizzarsi e a diventare più gravi. Gli esperti dicono che le cure oggi disponibili, farmacologiche e non consentono a molti pazienti di migliorare la propria condizione, ma per altri si dimostrano inefficaci. Ecco perché nasce l'obbligo di migliorare le conoscenze sulle cause di queste patologie, sostenendo la ricerca scientifica, allo scopo di trovare cure che siano adeguate. Fonte: ANSA
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