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Il papà e il corso preparto |
Gravidanza - Corso preparto in pillole | |||
Scritto da Claudia Adamo Giovedì 07 Gennaio 2010 07:32 | |||
Ho letto recentemente che i ginecologi tedeschi preferirebbero non avere i papà tra i piedi in sala parto. Magari non lo dicono fuori dai denti, ma credo che questo pensiero sia passato per la testa anche di qualche dottore e dottoressa, nostrano. I papà in sala travaglio/parto “intralciano”, non si capisce bene quale sia la loro funzione, spesso sono in preda ad un vago senso di inutilità e disagio, talora vengono tenuti fuori per tutelare la privacy delle altre partorienti (ma le sale travaglio, per tutelare la privacy, non dovrebbero essere camerate). Ad ogni modo la questione è dibattuta, se persino il dottor Odent avanza qualche sommesso dubbio sull’opportunità di avere gli uomini in sala parto. Il parto è sempre stato "cosa di donne", e in effetti lo è tutt'ora in tutte le culture non occidentali (e in tutte le tradizioni precedenti alla medicalizzazione, occidente incluso). Il padre entra in sala parto, quando il parto esce di casa e va negli ospedali. Ma tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, e non solo in senso negativo: la soglia del pudore tra coniugi è ben diversa rispetto a solo cent'anni fa, ad esempio.
Io credo ai papà in sala parto, purché il papà sia stato coinvolto profondamente, informato, interpellato anche prima della nascita. Credo ai papà in sala parto, purchè ci sia stato, per tornare a noi, un papà al corso di preparazione al parto, un papà che si sia interessato alle molte scelte e possibili opzioni circa il luogo e le modalità della nascita e che abbia condiviso un percorso. Purtroppo molti corsi di preparazione al parto si tengono in orari del tutto inaccessibili per un papà che lavora (e ahimè per le tante mamme che lavorano fino all'ottavo mese!). Se non è fisicamente possibile esserci, ci sono tuttavia molti modi per partecipare: il primo è parlare, fare domande, cercare risposte insieme. Internet è ovviamente una grande fonte di informazioni, ma è bene confrontarsi con i sanitari. Consiglio di visitare la sala parto e fermarsi a parlare con le ostetriche del reparto: è possibile, presso molti ospedali, anche il sabato o su appuntamento. Se si è in cura presso il ginecologo del dato ospedale non avere remore a presentarsi, per una volta, insieme alla propria compagna e farsi dare più informazioni possibili (o farsi dare un recapito in ospedale: c'è sempre qualcuno che può spiegare alle coppie che cosa avviene in reparto).
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