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Social egg freezing, per rimandare la gravidanza
Gravidanza - Articoli
Scritto da Maria Rea     Domenica 09 Aprile 2017 19:15    PDF Stampa E-mail
maternita apertoSi chiama Social egg freezing la pratica che permette di congelare gli ovociti femminili rimandando la maternità, per motivazioni non mediche. Ma sociali, appunto: per motivi di studio, per la carriera, per l’assenza di stabilità lavorativa, o semplicemente per la mancanza di un partner. Si mette “in pausa” la fertilità in attesa del momento giusto. Perché l’orologio biologico corre, e diventare mamma a 40 anni non è lo stesso che a trenta. In Italia lo fanno ancora in poche. Ma con l’età della prima gravidanza che si sposta sempre più avanti e il tasso di natalità in discesa costante, i numeri cominciano a crescere.

Le donne vengono sottoposte a un ciclo di stimolazione ormonale per la produzione di più follicoli, dopodiché avviene il prelievo degli ovociti. L’ideale, secondo gli esperti, è congelarli entro i 37 anni al massimo. Più si è giovani più se ne producono. E quindi se ne possono congelare di più, facendo aumentare poi la probabilità di una gravidanza futura.  Il concepimento futuro tramite gli ovociti crioconservati dipende dal numero e dalla qualità delle cellule, connessi all’età e alla riserva ovarica della paziente al momento della raccolta.
 

Ma non è una prestazione che si può svolgere nel sistema sanitario italiano. Per poter congelare gli ovociti, ci si deve rivolgere a un centro privato. Sul sito dell’associazione Pro Fert c’è una mappa dei centri che effettuano la conservazione in Italia, e sono all’incirca una cinquantina, distribuiti su tutto il territorio. Il costo del programma totale si aggira intorno ai 3-4mila euro, inclusa la conservazione.

E, se in Italia stiamo imparando ora a capire cos’è il social egg freezing, negli Usa e in altri Paesi europei la tecnica è già al centro delle polemiche, accusata di alimentare false speranze nelle donne lavoratrici. Inoltre, c’è anche chi si chiede se sia giusto incoraggiare le donne a rimandare la maternità, anziché fornire i servizi che possano rendere agile conciliare il lavoro e i figli. Intanto, però, giganti del tech come Facebook ed Apple, hanno inserito la pratica tra i benefit aziendali destinati alle dipendenti.
 

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