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Epidurale: parto indolore solo nel 16% degli ospedali italiani |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Eva Forte Venerdì 26 Febbraio 2010 10:25 |
Sempre aperta la diatriba su parto naturale o con l'ausilio dell'epidurale. A quanto pare, indipendentemente dalla scelta della futura mamma, in Italia partorire con anestesia rimane ancora un'utopia essendo garantita solo nel 16% degli ospedali. Un paradosso, visto che l'Italia è all'avanguardia sulle tecniche di analgesia in sala parto e ben il 90% delle partorienti ne faccia richiesta. Nonostante il parto indolore sia un diritto garantito nei Lea (Livelli Essenziali di Assistenza), non tutte le regioni si muovono allo stesso modo: le migliori in questo campo sono la Lombardia, il Veneto e l'Emilia Romagna. L'analgesia epidurale, non apprezzata particolarmente da moltissime ostetriche, consente un parto senza dolore senza togliere la sensibilità e la possibilità di movimento alla gestante. Come per le anestesie di altro tipo ha delle controindicazioni che vanno sempre considerate prima di effettuare la scelta. Si è parlato ieri di questa bassa percentuale di effettuazione di anestesia epidurale al convegno: Il dolore al femminile - Partorire senza dolore, tenutosi presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica a Roma. Guido Fanelli, Coordinatore della Commissione Ministeriale sulla terapia del dolore e cure palliative ha affermato: "Esiste un Decreto del Consiglio dei Ministri che, inserendolo nei LEA, sancisce il diritto delle donne al parto in analgesia epidurale. Tale decreto da un lato va nella direzione di riallineare l'Italia agli altri Paesi europei nella gestione del dolore delle donne partorienti; dall'altro lato si propone di riportare il nostro Paese all'interno del corretto standard di ricorso al parto con taglio cesareo.'' ''Stiamo raccogliendo le firme necessarie a sostenere una petizione per far si' che tutti gli enti ospedalieri siano indotti dal Ministero della Salute ad accogliere la richiesta delle donne partorienti alla scelta della partoanalgesia - spiega Paola Banovaz, presidente dell'AIPA, l'Associazione Italiana Parto in Analgesia -. Inoltre chiediamo maggiore chiarezza sui servizi effettivamente forniti alle partorienti soprattutto per quelle strutture riconosciute come women friendly". Fonte: sito web Ansa |
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