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Italia detiene il primo posto in Europa per i parti cesarei |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Mercoledì 10 Dicembre 2014 15:10 |
I dati dell'Istat, dell'annuale report su "Gravidanza, parto e allattamento al seno", mostrano come l'Italia sia il primo Paese in Unione Europea per numero di parti che avvengono mediante taglio cesareo, in questa classifica il nostro Paese si colloca ben al di sopra della media Europea (che nel 2013 è stata del 27%).
Siamo anche ben oltre il doppio di quella che è la percentuale raccomandata dall'Oms, l'Organizzazione Mondiale della sanità, di parti con taglio cesareo, che è il 18%. Questo nonostante il piano sanitario nazionale 2011/2013 invitava ad una riduzione dei cesarei che non avrebbero dovuto superare il 20% del totale.
Il parto cesareo è diffuso un pò in tutta Italia, è però una pratica di cui si fa un largo uso soprattutto nel meridione dove addirittura il numero dei parti che avvengono in questa maniera raggiunge quasi la metà di quelli totali. La prima regione per numeri di parti cesarei rimane la Campania che raggiunge la quota record di 56,6% seguita con un forte distacco dalla Sicilia con una quota pari a 42,5% e poi al terzo posto la Puglia con un 41,7%.
Un altro dato molto significativo che viene messo in luce dall'Istat è anche l'età del parto che continua a salire e nel 2013 si è attestato intorno ai 32 anni.
Tutto questo succede nonostante i continui consigli dell'Oms di utilizzare questa pratica solo in casi eccezionali e non farla diventare la regola.
Per fortuna però sotto altri punti di vista le cose vanno meglio: quasi tutte le donne in gravidanza si sottopongono ad ecografia entro il terzo mese (come consigliato) e dal 2000 ad oggi è di molto aumentata la quantità delle donne fumatrici che smettono quando entrano in gravidanza.
Altro dato molto importante e significativo è che dal 2005 ad oggi sono aumentate le donne che allattano al seno che sono passate dall' 81,1% del 2005 all'85,5 del 2013.
Secondo il rapporto dell'Istat aumenta nel nostro Paese anche la durata del periodo di allattamento che passa da 6,2 mesi a 7,3.
Nel 2013 il 72,7% delle donne ha riferito di aver avuto un parto “spontaneo” ma non naturale, cioè non privo di qualsiasi intervento medico.
Il dato è importante perchè come l’Istat ricorda l’Oms ha raccomandato l’uso di determinate pratiche solo in casi particolari e non sistematicamente.
Le donne che hanno avuto un parto spontaneo riferiscono di aver subito la rottura artificiale delle acque e l’episiotomia in un terzo dei casi, il monitoraggio cardiaco fetale continuo e le pressioni sul ventre in fase espulsiva (tra cui la manovra di Kristeller).
La somministrazione di ossitocina (farmaco che serve ad aumentare la frequenza e l’intensità delle contrazioni) viene dichiarata dal 22,3% delle donne.
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