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Virus Ebola: donne in gravidanza a rischio in Africa occidentale |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Maria Rea Martedì 28 Ottobre 2014 08:00 |
Allarme Ebola. In Africa occidentale l'epidemia sta mietendo vittime in maniera devastante, in particolare in Liberia, Sierra Leone e Guinea. Il rischio è che si diffonda a livello mondiale.
Particolarmente a rischio le donne in gravidanza. Nei paesi colpiti infatti aumentano i casi di mortalità di donne in stato interessante, per la difficoltà di accesso alla cure mediche in caso di complicanze della gravidanza e del parto, che nella maggior parte dei casi avviene a domicilio.
La malattia si trasmette all'uomo attraverso il contatto con animali infetti, morti o catturati nella foresta pluviale dell'Africa subsahariana. La persona infetta può diffondere la malattia nella comunità in cui vive attraverso il contatto con il sangue o altri fluidi corporei, quali saliva, feci, urine e sperma, attraverso il contatto con ferite, mediante rapporti sessuali o oggetti contaminati da liquidi biologici di persone malate. L'ambiente promiscuo, la mancanza spesso di acqua corrente e di condizioni igieniche ambientali sufficienti favoriscono la diffusione del virus Ebola, che può viene ucciso facilmente da sapone, candeggina, luce solare e asciugatura. I sintomi di tale malattia sono febbre, spossatezza, dolori muscolari, cefalea, faringodinia, vomito, diarrea, esantema, insufficienza renale e epatica, emorragie interne ed esterne.
L'Ebola aumenta notevolmente il rischio di aborto, sia nel primo che nel secondo trimestre della gestazione. La donna incinta ha inoltre un'alta incidenza di emorragia, spesso fatale. Se la madre è affetta da Ebola, al momento del parto il neonato non sopravvive e la causa di tali morti è per ora incerta.
Un altro serio problema è rappresentato dalla possibile diffusione del virus attraverso il latte materno al neonato. Il virus dell'Ebola infatti è stato trovato nel latte materno e sembra plausibile che possa essere trasmesso al neonato attraverso la suzione. Tuttavia evitare l'allattamento al seno, in paesi in cui nella maggior parte dei casi non esiste una valida alternativa, espone il neonato ad un altissimo rischio di mortalità per diarrea e malattie respiratorie, quindi non è una strategia praticabile.
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