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Arresto cardiaco in gravidanza o durante il parto |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Maria Rea Lunedì 14 Aprile 2014 07:12 |
I ricercatori della University of Arkansas for Medical Sciences di Little Rock hanno condotto uno studio sull'arresto cardiaco in gravidanza o durante il parto, valutando circa 56 milioni di nascite. L'evento è molto raro, ma dalla ricerca si evince che è invece due volte più comune di quanto non si pensasse.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Anesthesiology, ha mostrato che tra il 1998 e il 2011 la rianimazione cardiopolmonare (RCP, o CPR) era stata praticata più volte, ma anche che il tasso di sopravvivenza è migliorato. L'arresto cardiaco in maternità significa che il cuore della madre smette di battere, prima o dopo il parto, e i dati hanno confermato che più di una donna su 12mila soffre di arresto cardiaco durante il ricovero per il parto. Tra i fattori di rischio che pare influiscano sulle possibilità di essere vittime di un arresto cardiaco, secondo lo studio, sono l’età avanzata (che oggi è divenuta la norma), la razza e le condizioni socio-economiche. Ad aumentare le possibilità di arresto cardiaco in gravidanza vi sono poi le condizioni di salute della madre e le complicanze del parto, tra cui la preeclampsia, l’insufficienza cardiaca, un infarto, ma anche un eccessivo sanguinamento prima o durante il parto, infezioni del sangue e un embolia da liquido amniotico che avviene quando questo liquido entra nel flusso sanguigno della madre. Tutti questi eventi possono causare ritmi cardiaci irregolari o una riduzione del flusso di sangue e ossigeno al cuore – che causano un attacco e l’arresto cardiaco.
Le cifre riguardanti i tassi d’incidenza degli arresti cardiaci in gravidanza sono state ricavate utilizzando i dati provenienti dall’U.S. government’s Nationwide Inpatient Sample, che è un enorme database contenente i dati relativi a 56.900.512 ricoveri per parto. L’analisi ha permesso di rilevare che vi erano stati 4.843 eventi di arresto cardiaco, con un tasso di uno su 11.749.
Tra le principali cause di arresto cardiaco vi erano inclusi il sanguinamento (44,7%), l’insufficienza cardiaca (13,3%), l’embolia da liquido amniotico (13,3%) e l’infezione del sangue, o sepsi, (11,2%). Un dato ottimistico è che la sopravvivenza è migliorata dal 52% nel 1998 al 60% nel 2011.
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