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Una donna in gravidanza che beve alcol potrebbe essere una criminale |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 04 Febbraio 2014 09:17 |
Una donna incinta che beve alcol potrebbe commettere un reato: la questione è emersa dopo il caso riconosciuto di una bambina di 6 anni che ha subìto danni cerebrali a causa dell’esposizione all'alcol nel grembo materno, il caso è stato portato ora davanti alla Corte d’Appello inglese.
Secondo degli esperti del Regno Unito, bere in gravidanza dovrebbe essere considerato un vero e proprio reato, per le conseguenze che porta al bambino, i casi di bambini con questo tipo di problema seguiti da diversi avvocati in Gran Bretagna, al momento sono circa 80.
Gli esperti che hanno portato davanti ai giudizi il caso, come riportato dal Sunday Times, dicono di avere la prova legale che il danno al cervello della bambina è stato causato dalla madre, per cui la bambina è vittima di un crimine, e si può ravvisare un vero e proprio reato. Se la donna dovesse essere condannata si creerebbe un precedente per cui tutte le donne in gravidanza che assumono alcol potrebbero essere giudicate come criminali.
Una sentenza simile prevedrebbe anche che le colpevoli debbano pagare “i danni” con un risarcimento che contribuisca a pagare le spese mediche per l’assistenza ai bambini vittime del succitato reato.
Le attuali linee guida per la gravidanza sconsigliano l’assunzione di alcol, tuttavia se una donna decide comunque di assumerne, questa dovrebbe limitarsi a uno o due bicchieri alla settimana.
Assumere alcol da parte della madre, è correlata al cosiddetto disturbo dello spettro fetale alcolico (FASD) che causa tutta una serie di problemi mentali e fisici: tra questi ci sono anomalie nella forma del viso e dei tratti somatici, problemi d’orecchi e udito, problemi all’apparato masticatorio con denti e bocca, problemi di peso, difficoltà o ritardo nella crescita, sistema immunitario compromesso, danni epatici, epilessia.
A livello mentale si possono citare ritardo, difficoltà di apprendimento e problemi comportamentali.
Il dott. Neil Sugarman, managing partner presso BPL Solicitor ritiene che ci fosse una prova che la bambina avesse subìto un danno dell’essere vittima di un crimine: il crimine perpetrato dalla madre naturale che beveva sapendo che questo potrebbe danneggiare il bambino.
Lo stesso Consiglio si è occupato di molti casi in cui si aveva la prova che le donne che avevano bevuto erano state avvertite dei rischi del bere in gravidanza, per cui lo hanno fatto sapendo ciò che facevano.
In prima istanza, il tribunale ha riconosciuto la bambina quale vittima di un crimine, tuttavia gli esperti della Criminal Injuries Compensation Authority hanno fatto ricorso sostenendo che al momento dell’assunzione dell’alcol la presunta vittima era soltanto un feto e non una persona.
Ci sono anche stati gli attivisti per i diritti delle donne che ritengono il dare dei diritti ai bambini non ancora nati possa avere gravi conseguenze.
Soltanto in Inghilterra 7.000 bambini all’anno riportano danni fisici e mentali da esposizione all’alcol durante la gravidanza.
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