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Allattamento: i "rimedi della nonna" possono aiutare? |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Mercoledì 10 Luglio 2013 12:52 |
Esistono molti trucchi o rimedi naturali per il periodo dell'allattamento, che le donne si tramandano di generazione in generazione. Uno studio pubblicato su "Breastfeeding Medicine" ha cercato di chiarire e di capire se medici e ostetriche consiglino mai qualcuno di questi metodi alle donne in allattamento.
Alcuni dei rimedi comprendono le foglie di cavolo per diminuire il dolore al seno, le bustine di tè sui capezzoli per ridurre i fastidi, la farina d'avena o finocchi a volontà per aumentare il latte. Jonathan Schaffir, un ostetrico del Wexner Medical Center dell'università dell'Ohio, durante il suo studio, ha sottoposto a più di 120 specialisti un questionario online.
Nel questionario si chiedeva loro se e come parlassero di rimedi popolari durante l'allattamento. Quello che è emerso è che il 69% ne ha sentito parlare e soprattutto che il 65% ne discute con le neomamme, raccomandando almeno uno dei diversi "trucchi" tramandati dalla saggezza popolare. Nello specifico, i consigli riguardano l'uso di erbe che dovrebbero incrementare la produzione di latte o ridurre il dolore al seno che può provocare l'allattamento, cosa evitare per il bene del bambino o come iniziare al meglio ad allattare.
Ostetriche e medici hanno sentito parlare di cibi da evitare per ridurre la formazione di gas nel pancino dei neonati, ma pochissimi in questo caso danno l'informazione alle madri.
La maggioranza dei medici e ostetriche, discute stratagemmi folcloristici con le donne, però a un'attenta analisi della letteratura scientifica sull'argomento emerge che di prove di efficacia ce ne sono ben poche, se non nessuna.
Per la maggior parte dei rimedi nominati ci sono evidenze inesistenti: sarebbe opportuno misurare più oggettivamente l'efficacia dei metodi più usati, se non altro per dire al riguardo una parola definitiva che non derivi solo dall'aneddotica.
La cosa vera rimane che qualsiasi rimedio popolare non nuoccia al bambino quindi può essere tollerata, come dichiara Shaffir.
Tra le dicerie infondate c'è quella di bere birra per aumentare il latte: negli Stati Uniti se ne è parlato parecchio quando la cantante Mariah Carey ne faceva largo uso per allattare i suoi due gemelli, ma oltre a non esistere prove di efficacia pro-latte è invece certo che l'alcol faccia male al bambino e si sa anche che può ridurre la quantità di latte prodotto, il contrario di quanto si vorrebbe.
Non ci sono studi che abbiano indagato sugli effetti positivi della farina d'avena sulla produzione del latte, né conferme sugli effetti antidolorifici delle foglie di cavolo. Per quanto riguarda il dolore dei capezzoli, uno studio ha evidenziato che usare le bustine di tè o compresse imbevute d'acqua ha lo stesso (scarsissimo) effetto.
Per il momento le evidenze scientifiche sui metodi della nonna non ci sono, la cosa certa è che qualche attenzione in più all'alimentazione è opportuno averla, perché quanto si introduce con la dieta inevitabilmente va a finire anche al bambino.
Gli esperti confermano il no all'alcol, il ricercatore sottolinea che è bene cercare di evitare cibi potenzialmente allergizzanti o che liberano istamina (arachidi, crostacei, molluschi, frutta secca, cioccolata, fragole, selvaggina, alimenti conservati, formaggi fermentati) e alimenti piccanti o di sapore sgradevole (peperoncino, pepe, aglio, cipolle, asparagi, carciofi), perché il gusto "passa" nel latte e il bimbo potrebbe non amarlo. Anche se i piccoli si adattano facilmente.
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