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Il momento ottimale per il parto è diverso da donna a donna |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 02 Aprile 2013 10:35 |
Un nuovo studio ridefinisce il momento ottimale per il parto che, in realtà, sarebbe diverso per ogni donna. Si stima, in generale, che il parto debba avvenire tra le 37-38 settimane di gravidanza ma, qual è il momento più giusto affinché il parto vada a buon fine e non ci sia il rischio di morte fetale o neonatale? Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Obstetrics & Gynecology, suggerisce che il momento migliore per partorire sia da ridefinire in base ad ogni singolo caso. Queste affermazioni arrivano dopo aver constatato che nei parti tra le 37-38 settimane di gravidanza vi era un maggior numero di nati morti, rispetto alle morti neonatali.
La dottoressa Alicia Mandujano e colleghi del MetroHealth Medical Center, Case Western Reserve University di Cleveland, per il loro studio hanno utilizzato i dati ricavati dal National Center for Health Statistics. Hanno successivamente valutato quale potesse essere l'età gestazionale ottimale per partorire. Lo hanno fatto confrontando il rischio di morte fetale (quando ancora nella pancia) con quello di morte neonatale dei bambini già nati per ogni settimana di gestazione. Gli scienziati hanno così capito che il rischio di morte fetale diminuiva tra le 34 e le 40 settimane di gestazione, per poi aumentare a termine. Era evidente che il maggiore rischio di morte fetale c'era per chi ancora non aveva partorito, e che presentava una gravidanza a rischio, rispetto alle gravidanze normali. I dati riportati suggeriscono che il momento ottimale per il parto non deve essere per forza lo stesso per tutte e gli operatori devono individuare l'approccio specifico per ogni singola paziente: ognuna è un caso a sé e questo va tenuto in considerazione. Possiamo distinguere la perdita precocissima, il cosiddetto "uovo chiaro", l'aborto precoce (<20 sett) e l'aborto tardivo (>20 sett) detto anche morte intrauterina. Più precisamente l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la morte fetale intrauterina come una perdita fetale in una gravidanza dopo la 20a settimana di gestazione o, in caso di epoca gestazionale non conosciuta, un peso alla nascita di 500 gr o più, che corrisponde circa alla 22a settimana di un feto con crescita regolare. Sono stati identificati diversi fattori di rischio, alcuni incomprimibili come la razza, fattori socioeconomici, l'età materna avanzata, e altri modificabili come le infezioni, l'esposizione a tossici e alcune patologie materne come il diabete o l' ipertensione, la trombofilia materna. |
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