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Domani sciopero dei ginecologi: niente parti se non d'urgenza |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 11 Febbraio 2013 17:14 |
Domani, 12 febbraio, i ginecologi italiani si asterranno dal lavoro per 24 ore. Lo sciopero nazionale è stato proclamato dalla Fesmed (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) e hanno aderito tutte le associazioni della ginecologia e molte altre sigle professionali.
Gli interessati sono i medici dipendenti e gli altri operatori del SSN che operano nei punti nascita, nei consultori familiari e negli ambulatori ostetrici del territorio. Le ragioni della protesta sono la richiesta di garanzie per poter lavorare al meglio in strutture sicure e moderne (per i medici e per le pazienti) e nuove norme di legge per il contenzioso medico legale con tariffe controllate per le polizze assicurative. Quindi la messa in sicurezza dei punti nascita in tutto il territorio nazionale e il contenzioso medico-legale in campo sanitario. I ginecologi non vogliono che le donne subiscano danni, per questo sarà garantita la continuità delle prestazioni indispensabili ai sensi di quanto previsto all'articolo 1 della Legge 146/90 e negli Accordi sui servizi pubblici essenziali in caso di sciopero della dirigenza medica e veterinaria del SSN. Non verranno invece attuate le attività programmate e questo si stima che porterà ad un totale di circa 1.100 interventi nei reparti di ostetricia e ginecologia che dovranno essere rinviati. Naturalmente le urgenze indifferibili saranno comunque garantite,ma lo stop riguarderà anche l'attività dei consultori familiari e di tutti gli ambulatori ostetrici del territorio. Non verranno fatti esami clinici, visite specialistiche ed ecografie. La giornata di sciopero assume la formula di "sciopero della solidarietà" perchè è aperta a tutti coloro che vorranno aderire. Domani ci sarà anche una grande manifestazione nazionale a Palermo accompagnata da manifestazioni in tutte le città. Questa servirà a testimoniare attivamente le ragioni del disagio e della protesta. Fesmed, Aogoi, Sigo, Agui, Agite, Sieog e Aio chiedono ai partiti politici di inserire nei rispettivi programmi elettorali, per le prossime elezioni politiche, un elenco di richieste. La polizza assicurativa per le specialità ad alto rischio di contenzioso medico-legale può arrivare a costare 20mila euro l'anno. Cifre da record non alla portata di tutti. I ginecologi in particolare manifestano preoccupazione e confermano lo sciopero nazionale di domani, ma altre categorie di medici, come gli specialisti di pronto soccorso, gli oncologi, i chirurghi in generale e gli ortopedici in particolare, si trovano nelle stesse condizioni. Le richieste di risarcimento sono aumentate del 250% negli ultimi 15 anni e, se è vero che il 99% dei procedimenti penali viene archiviato, crescono le vittorie dei pazienti in sede civile. I premi assicurativi aumentano anche perché i giudici, quando si parla di problemi legati alla nascita, chiedono, per consuetudine, risarcimenti senza limiti che possono arrivare fino a 5 milioni di euro, impensabili in specialità diverse dall'ostetricia, mentre la copertura assicurativa arriva, come massimo, a tre. Negli ultimi dieci anni l'assistenza ostetrica è migliorata in termini di minore mortalità materna e neonatale, ma il contenzioso medico legale è in aumento. Si parte sempre dal presupposto che se c'è un danno c'è una colpa del medico. Ma nell'evento nascita le variabili sono tantissime, non ultima la salute genetica del bambino. I ginecologi chiedono la revisione dei punti nascita perché raggiungano una massa critica di circa 1.000-1.500 parti all'anno, così da assicurare un'assistenza adeguata. |
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