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Uso di erbe in gravidanza: sottovalutata la pericolosità |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 28 Gennaio 2013 11:48 |
Spesso, i rimedi a base di erbe e piante medicinali, sono utilizzati con più leggerezza poiché vengono ritenuti privi di rischi, si tratta però di una convinzione sbagliata in quanto anche erbe e piante officinali possono risultare nocive o inadatte al nostro organismo.
Uno studio pubblicato di recente evidenzia come alcuni trattamenti con erbe (o loro derivati) possano essere pericolosi e comportare dei rischi in gravidanza. Farmaci a base di erbe sono spesso propagandati come "naturali e sicuri" e tali affermazioni possono attrarre le donne in stato di gravidanza. Più di un quarto delle donne italiane in gravidanza consuma erbe ogni giorno per almeno 3 mesi durante la gravidanza. Una particolare attenzione deve essere posta al consumo di olio di mandorle in quanto può essere associato a parto pretermine: è stato eseguito uno studio retrospettivo multicentrico di coorte effettuato su un periodo di 15 mesi. Le pazienti che hanno usato l'olio di mandorle hanno avuto più nascite pre-termine (29 su 189) rispetto alle non-utilizzatrici (51 su 511). Le donne che usavano questo olio hanno presentato un aumento del rischio di dare alla luce il feto <37 ° settimana. L'applicazione quotidiana di olio di mandorle sull'addome per alleviare le smagliature è risultato associato con la presenza di parto prematuro, anche dopo aver controllato per fattori confondenti (fumo di tabacco e gravidanze multiple). Questo risultato, tuttavia, segnalano gli autori della ricerca, deve essere interpretato con cautela a causa della natura retrospettiva dell' indagine e lo scarso numero di partecipanti. L'applicazione di olio di mandorle sull'addome potrebbe stimolare meccanicamente il miometrio, inducendo contrazioni premature. Lo stress fisico, come i lavori usuranti, è noto per indurre il parto pretermine (come da precedenti studi). I ricercatori suppongono che uno o più componenti dell' olio di mandorle può penetrare il tessuto e produrre alcuni effetti uterotonici. Infatti questo viene usato come solvente per effettuare cocktail di erbe per il trattamento della dismenorrea in donne coreane (questo composto può effettivamente influenzare la contrattilità del miometrio). Gli Autori hanno evidenziato che vitamina C ed E sono presenti in quantità elevate in olii estratti da mandorle dolci. La somministrazione profilattica di entrambe le vitamine per migliaia di donne in stato di gravidanza è stata infatti associata a esiti negativi della gravidanza, quali la mortalità perinatale, parto prematuro e rottura prematura delle membrane. Inoltre, l'olio di mandorla contiene una elevata percentuale di acido oleico e linoleico, note come precursori di prostaglandine che potrebbero stimolare o inibire le contrazioni uterine. L'uso di erbe durante la gravidanza non può essere considerato sicuro, solo sulla convinzione generale che gli estratti di piante sono inattivi biologicamente. Uno studio effettuato in Canada ha trovato un'associazione tra l'assunzione di lino e parto prematuro, mentre Boivin e Schmidt (nel 2009) hanno riportato che l'uso di medicine complementari e alternative è stato associato ad una minore incidenza di gravidanze in corso in una popolazione infertile in attesa di tecniche di riproduzione assistita. Gli operatori sanitari non dovrebbero ignorare l'uso di erbe durante la gravidanza e dovrebbero essere a conoscenza delle effettive proprietà delle erbe stesse, garantendo quindi che non vi siano effetti collaterali che possano compromettere il benessere del feto. In caso di gravidanza o allattamento bisogna prestare ancor più attenzione, particolari sostanze di certe erbe possono attraversare la placenta e causare danni più o meno gravi alla futura mamma o al piccolo. Quindi è assolutamente sconsigliata l'assunzione di erbe nel primo trimestre, così come non si assumono farmaci. Durante il primo periodo di gestazione l'assunzione di erbe medicinali o farmaci potrebbero causare malformazioni congenite (teratogenesi). Il periodo di maggior rischio va dalla terza all'undicesima settimana di gravidanza. L'assunzione di queste sostanze possono avere effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gravidanza. Superato il primo trimestre, se proprio si devono assumere delle erbe, si dovrebbero utilizzare per brevi periodi e sempre sotto controllo medico. Se determinate sostanze, sono assolutamente sicure per una donna incinta, molte altre erbe possono provocare dei seri problemi durante la gravidanza. In particolare sono da evitare, tra le più comunemente usate, Aloe Vera, Assenzio, Borragine, Camomilla di campo, Camomilla Romana, Centella, Chinino, Echinacea, Ginepro, olio di ginepro, Ginestra, Ginseng, Liquirizia, Luppolo, Menta puleggio americana, Olio di basilico, Olio di chiodo di garofano, Ortica , patata americana selvatica, Salvia, Sedano, Trifoglio, Verbena. |
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