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Cancro e gravidanza: una sfida che si può vincere |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Angela Messina Venerdì 13 Aprile 2012 15:24 |
Scoprire di essere in attesa di un figlio, che gioia! Eppure questa gioia spesso viene offuscata da un'altra triste scoperta: il cancro. Ogni anno, in Italia, sono quasi 600 le donne che si scoprono di avere un tumore in gravidanza e che si ritrovano davanti a delle scelte. Oggi giorno, grazie ai progressi della medicina, portare avanti una gravidanza co una diagnosi di tumore non è più solo utopia e proprio di questo parleranno i medici che oggi si riuniscono a Milano per il meeting Cancer and Pregnancy.
I medici affermano che oggi combattere un tumore in gravidanza è una sfida che si può vincere. Le neoplasie più frequenti in gravidanza sono il cancro al seno, i tumori ematologici come leucemie e linfomi, quelli ginecologici come i carcinomi alle ovaie e all'utero e il melanoma. I numeri sono in crescita in tutto il mondo e il primo fattore sotto accusa è l'età sempre più elevata delle madri. La donna colpita dalla malattia però non deve in alcun modo farsi prendere dallo scoramento, come spiega Fedro Alessandro Peccatori, dell'Unità operativa di fertilità e procreazione in oncologia dell'Ieo di Milano, però, è necessario che la donna venga assistita da un'équipe multidisciplinare in centri specializzati con un'elevata competenza in materia. Davanti ad una tale diagnosi ancora oggi ci sono delle donne che scelgono due strade: il 30/40 per cento circa decide di abortire per lottare al meglio contro il cancro, mentre un'altra buona fetta di aspiranti mamme rifiuta le cure per preservare la salute del proprio bambino. Secondo Peccatori, tuttavia, queste madri coraggio danno un messaggio sbagliato, dato che non c'è bisogno di scegliere fra la vita o la morte, in quanto per alcuni tumori il trattamento può essere rimandato dopo il parto ma per prima cosa il medico deve definire lo stadio della malattia, per minimizzare i possibili effetti negativi di una terapia rimandata nel tempo. Ancora oggi, purtroppo, il trattamento dei tumori in gravidanza è associato a errori inaccettabili. Oggi esistono molte più terapie rispetto a pochi anni fa, e anche il tumore in gravidanza può essere trattato con tecniche chirurgiche e farmacologiche che prima si ritenevano controindicate, spiega Oreste Gentilini, vice direttore Divisione di senologia dell'Ieo di Milano. I medici sono in gran parte concordi nel ritenere possibile anche durante la gravidanza, ad esempio, la biopsia del linfonodo sentinella, mentre per quanto riguarda la chemioterapia in generale viene rimandata dopo l'inizio del secondo trimestre di gravidanza. Tra i farmaci più pericolosi c'è il metotressato, sconsigliato anche nelle fasi successive della gestazione; tra quelli più sicuri ci sono le antracicline, antibiotici antitumorali che sono stati utilizzati dopo il primo trimestre senza effetti collaterali evidenti sulla madre o sul feto. La gravidanza va comunque monitorata con estrema cura in un ambiente molto specialistico. Anche la chirurgia può essere praticata senza particolari problemi, mentre non è somministrabile la principale terapia per i tumori al seno Her2-positivi, il trastuzumab. Per altri farmaci, ad esempio bevacizumab e gli inibitori della tirosin-chinasi, le risultanze scientifiche sono ancora scarse. Per i tumori ginecologici, la risonanza magnetica aiuta a stabilire lo stadio della malattia, facilitando così la pianificazione di un successivo approccio terapeutico. Quando il cancro è allo stadio iniziale, si può decidere di non intervenire finché il feto non abbia raggiunto la maturità polmonare, mentre in caso di tumore avanzato la gestione presenta ovviamente dinamiche più complesse. Teoricamente, l'esposizione in utero ai farmaci chemioterapici dopo il primo trimestre non produce danni al feto, ma si tratta in ogni caso di gravidanze molto complesse da seguire con un'assistenza medica adeguata anche dopo il parto. |
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