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Le negano il cesareo: neonato in asfissia rischia ora lesioni permanenti
Gravidanza - Articoli
Scritto da Eva Forte     Mercoledì 21 Marzo 2012 13:59    PDF Stampa E-mail
parto a rischioLa procura di Torino ha aperto l'inchiesta sul caso del bimbo A.D., il neonato di più di 4 chili che ha subito asfissia durante il parto all'Ospedale Sant'Anna. La mancanza di ossigeno avuta durante il parto potrebbe ora provocargli delle lesioni cerebrali permanenti. La mamma di 32 anni, aveva perso già due bambini nelle due gravidanza precedenti, uno per una malformazione cardiaca e l'altro nato troppo prematuro.

Questa gravidanza era andata tutta per il verso giusto fino a quando, giovedì le è stato indotto il parto e la mamma ha chiesto il cesareo perchè non riusciva a farcela. I medici hanno ritenuto non necessario l'intervento chirurgico poichè non sussisteva nessuna ragione medica per richiederlo.

Il bimbo si blocca durante il parto. asfissia per il neonato
Purtroppo però, continuando con il parto naturale, il piccolo è rimasto incastrato con la spalla e in questa posizione c'è stata sofferenza fetale per circa quattro minuti, fino a quando sono riusciti a fatica a farlo nascere.

Al momento è certo solo che il piccolo ha riportato una paresi parziale del braccio sinistro ma si aspettano i risultati dei prossimi esami a cui verrà sottoposto il neonato. Secondo il reparto di pediatria dell'Ospedale prima di avere un quadro completo dovranno passare almeno due anni. Domani si vedranno intanto i risultati della risonanza magnetica.

Partono quindi le accuse incrociate, da parte dell'Ospedale verso il ginecologo privato della donna che a parer loro avrebbe dovuto informare l'ospedale della pericolosità del parto in questione. A sua volta il ginecologo promette querele per queste accuse fuori luogo. secondo il ginecologo infatti, l'intera anamnesi della paziente era nelle cartelle cliniche in possesso del Sant'Anna dove, tra l'latro, la donna era stata seguita anche nelle altre gravidanze finite in modo tragico.

Il dottore che ha seguito il parto ribadisce comunque che non sussistevano ragioni mediche per portare al cesareo ed era comunque troppo tardi per intervenire in qeusto modo, visto che era già nella fase espulsiva.

Al momento l'accusa è contro ignoti e rimane il dolore di una mamma che ha finalmente abbracciato il proprio figlio dopo cinque giorni di separazione forzata, con alle spalle una storia dolorosa sulla maternità.

 

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