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Piemonte: 250 euro al mese per chi decide di non abortire
Gravidanza - Articoli
Scritto da Giorgia Marchesi     Venerdì 17 Febbraio 2012 15:00    PDF Stampa E-mail
gravidanzaAnche il Piemonte, prendendo spunto dalla Lombardia di Formigoni, propone un contributo di 250 euro al mese per le donne che decidono di non abortire. La somma verrebbe erogata dal 3 mese di gravidanza fino al diciottesimo mese di vita del bambino, per un totale di 6000 euro a donna.

L'emendamento alla legge finanziaria regionale, che porta la firma di Gianluca Vignale,è stata votata da 22 consiglieri del Pdl ma non dalla Lega ed è stata approvata in commissione bilancio.

la regione Piemonte darà un controbuto di 250 euro a chi non abortisce
Il secondo passo sarà la discussione  in Consiglio regionale. L'entità del fondo dovrà essere valutato dalla giunta, spiega Vignale, così come non è ancora definito se alle donne che dichiareranno di non abortire sarà chiesto di produrre un certificato Isee che dimostri un reddito basso.

Il modello è quello lombardo del progetto Nasko: le aziende sanitarie erogano fondi per chi rinuncia all'interruzione di gravidanza con la costituzione di convenzioni con consultori privati. La futura mamma concorda con il consultorio un progetto personalizzato che tenga conto dei bisogni effettivi, contingenti e futuri, della donna e del bambino. Le beneficiarie ricevono una carta prepagata sulla quale ogni mese viene caricato il contributo regionale, previo controllo da parte della Regione sul corretto utilizzo e sull'attuazione del progetto di aiuto personalizzato. Immediate le polemiche da ogni parte.

L’assegno, però, secondo la normativa, sarebbe previsto solo per le gestanti che saranno in grado di dimostrare di voler abortire per motivi economici, perché indigenti e disposte a rinunciare all’interruzione della gravidanza in cambio di un aiuto finanziario . La Regione predisporrà la norma affinché siano evitate “furbizie” o utilizzazioni anomale del sostegno.

Il progetto di legge regionale è volto ad evitare l’aumento di aborti, soprattutto quelli legati a motivi di difficoltà economica. In Italia sono, secondo i dati del 2009, 93mila le donne che scelgono di interrompere la gravidanza. Proprio al Nord si concentrano il maggior numero di aborti, all’incirca 60mila.
 

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