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Regione Lazio: i consultori non sono fabbriche di aborti ma un sostegno per le famiglie |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Maria Ida Longo
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![]() Ma l'opposizione e le associazioni che si occupano della salute delle donne si stanno mobilitando sempre più contro questa riforma di legge, in quanto molte donne purtroppo vivono situazioni di solitudine, e spesso si ha di fronte ragazze madri o comunque giovanissime, che possono avere grossi problemi nel crescere ed educare un bambino e il consultorio era per loro un punto di riferimento. ![]() Così Veronica Cappellaro (Pdl), presidente della commissione Cultura della Regione Lazio, interviene ricordando che, le ragazze madri rappresentano il 75% di coloro che si rivolgono ai consultori e la loro totale assenza potrebbe creare moltissimi problemi: infine, spiega che, la questione centrale è come reperire le risorse per finanziare la legge e in particolare il sussidio delle donne in stato di gravidanza. Inoltre, chi si oppone chiede ad Olimpia Tarzia, l'ideatrice della riforma di legge, di chiarire se le coppie costituite dal convivente e quindi senza matrimonio sono considerate anch'esse famiglie o se sono escluse dal poter usufruire dei benefici di questa legge. Ma Olimpia Tarzia, critica fortemente le associazioni femministe che pretendono di parlare a nome di tutte le donne e inoltre dichiara che questa è una legge che rende le donne libere anche di essere madri e non vuole assolutamente cancellare i consultori pubblici. Isabella Rauti, membro dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio, dichiara che, la funzione dei consultori che non è quella di essere una scorciatoia per l'aborto ma al contrario deve rendere la donna libera di fare le proprie scelte. A tal proposito , interviene anche Barbara Saltamartini, deputata, responsabile delle Pari opportunità del Pdl, affermando che i consultori non devono essere fabbriche di aborto ma un sostegno per la famiglia. Molte sono quindi le perplessità e continua la raccolta di firme alla petizione online contro la proposta di legge regionale, promossa dalla Consulta permanente delle donne e sostenuta dalla Casa internazionale delle donne di Roma: finora i firmatari sono quasi 2.500. Fonte: Asca |
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