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Un test ci dirà se è necessario fare un parto cesareo |
Gravidanza - Articoli |
Scritto da Angela Messina Martedì 31 Agosto 2010 13:34 |
È indubbio che il parto naturale sia la scelta migliore per mamma e bambino, ma è altrettanto vero che non sempre è possibile procedere per questa via; l’alternativa in genere è il parto cesareo tramite la chirurgia.
Spesso il problema è capire esattamente se sia davvero necessario o meno procedere con il taglio cesareo è, a volte, può capitare che questo non fosse indispensabile. Ma come capire quale sia il caso? Una ricerca condotta dalla Liverpool University in team con il Liverpool Women's Hospital (GB) ha consentito di mettere appunto un test che permette di valutare quando è necessario effettuare un parto cesareo e quando no.
Un' indagine molto semplice che consta nella determinazione del quantitativo di acido lattico nel liquido amniotico. La possibilità di misurare i livelli di questo acido, quindi dovrebbe poter far prendere la decisione di far partorire in modo naturale o se ricorrere al parto cesareo. Questo studio mostra che l’utero produce acido lattico allo stesso modo di come fanno i muscoli a seguito di uno sforzo prolungato. Quando l’acido lattico raggiunge un certo livello, questi comincia a inibire l’ossitocina, l’ormone responsabile della contrazioni. Questo ormone, spesso, viene somministrato alla donna quando per stimolare le contrazioni. Tuttavia, non sempre si ottengono i risultati desiderati. Secondo Johan Ubby di Obstecare, il test dovrebbe aiutare i medici a stabilire se la mamma può partorire naturalmente o se necessita di un parto cesareo. La misurazione di bassi livelli di acido lattico fanno ben presumere che la donna possa partorire attraverso la vagina poiché potrà disporre delle contrazioni necessarie all’espulsione del bambino, mentre un alto livello di acido lattico nel liquido amniotico segnala che l’utero è esausto. Per stimolare questo tipo di lavoro con una infusione di ossitocina sarebbe come chiedere a un maratoneta di eseguire un supplemento di 10.000 metri dopo che lui o lei ha superato il traguardo, ha spiegato Ubby. Il test quindi dovrebbe essere utile in tutti quei casi di dubbio che spesso accompagnano le gravidanze a termine, ma non solo. Dovrebbe così dare modo di ridurre il numero di parti cesarei per le donne che non ne hanno bisogno e accelerare i tempi per quelle che invece ne hanno bisogno per evitare il rischio di complicanze da un parto lungo e limitare le sofferenze inutili. Fonte: ANSA |
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