Da quando nel 1950 il ginecologo Ernst Grafenberg per primo lo descrisse, non si è mai più smesso di parlarne: il punto G esiste o non esiste? Davvero nelle donne c'è un fulcro del piacere femminile? Quest'anno è stato pubblicato sul Journal of Sexual Medicine uno studio sul Punto G, effettuato su 1800 gemelle, condotto dal team del King's College di Londra che ne dichiarava l'inesistenza,  ora smentito dall'italiano Emanuele Jannini.

Il famoso Punto G esiste, si trova tra apparato genitale e urinario e forma un angolo di 35 gradi con la parete laterale dell'uretra.

Il lavoro di individuazione del tessuto è stato svolto sul corpo di una donna deceduta a 83 anni ed è firmato da Adam Ostrzenski dell'Institute of Ginecology di St. Petersburg in Florida. Questa è stata la prima conferma anatomica dell'esistenza del Punto G e svela anche le dimensioni: 8,1 millimetri di lunghezza; da 1,5 mm a 3,6 mm di larghezza, altezza di 0,4 mm.conferma che è arrivata dopo esami eseguiti con ecografo. Il professor Emanuele Jannini, Docente di Sessuologia medica all'Università de L'Aquila, si pone così in netto contrasto con i ricercatori di Londra che avevano usato metodi empirici (come la compilazione di un questioniario) per arrivare a conclusioni errate.

Il professor Jannini dichiara inoltre che non tutte le donne possiedono il Punto G in quanto alcune hanno lo spazio uretrovaginale più grande di altre ed esistono tre ipotesi che spiegano le differenze da donna a donna: i fattori congeniti genetici, i fattori ormonali, l'uso. Per individuarlo è essenziale conoscere il proprio corpo, sapere che se il Punto G è il clitoride interno allora con la sua stimolazione si arriva ad esperire l'orgasmo vaginale; in pratica è solo un modo diverso per arrivare all'orgasmo. Il professor Jannini spiega quindi che " cercarlo a tutti i costi è il modo migliore per perderlo, l'orgasmo è possibile in tutte le donne sane che abbiano un buon rapporto col proprio corpo e un partner adeguato".