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Stalking e molestie: il 78% delle studentesse bolognesi confessa di esserne stata vittima |
Donna - Articoli | |||
Scritto da Martina Paolucci Mercoledì 23 Novembre 2011 10:55 | |||
Stalking e molestie sessuali non sono più casi sporadici, se 78 studentesse su 100 dicono di averne subite. La domanda è stata posta alle universitarie dell'Alma Mater, l'ateneo bolognese, nell'ambito della più ampia ricerca europea "Gender-based violence, stalking and fear of crime". Il risultato: un numero di risposte positive decisamente al di sopra di ogni aspettativa.
Addirittura 164 su 3531 intervistate dicono di esser state anche stuprate. I colpevoli? Ex fidanzati o compagni di studio, pochi casi di professori o tutor. Le risposte sono state raccolte tramite un questionario anomino, somministrato dal Centro interdipartimentale di ricerca sulla vittimologia e sulla sicurezza (Cirvis), e alla domanda "Hai mai subito un peisodio di stalking, molestia o violenza sessuale nel corso della tua vita universitaria?", in tante hanno annuito. Il questionario non afferma che le studentesse siano state vittime di violenze all'interno della aule universitarie, ma che ne abbiano subite durante questo importante periodo della propria vita. I colpevoli, infatti, a volte sono vecchie conoscenze, appuntamenti con gente conosciuta da poco o appartenenti alla propria famiglia, mentre molto meno frequentemente questo è avvenuto per colpa di professori o tutor accademici. Questa è la prima ricerca sul tema, e i risultati saranno presentati oggi, alle 15, durante il convegno "L'università al femminile. La forza della cultura contro la violenza di genere". I commenti ai risultati sono tanti, tutti piuttosto sorprendenti, anche agli occhi dei promotori. Il numero di casi di molestie è decisamente molto alto e, spiega Roberta Bisi, dirigente del Cirvis, escludendo i casi di stupro per mano di sconosciuti, tutti gli altri casi segnalati sono opera di persone conosciute nel corso della propria vita. Quest'ultimo è un dato noto, confermato dalle rispooste, ma non per questo rassicurante. Sorprendente, confessa ancora la Bisi, è anche la scarsa conoscenza che le ragazze hanno dei servizi di supporto loro offerti, e alla scarsa propensione ad usarli, qualora se ne conosca l'esistenza. Secondo le studentesse, inoltre, ad essere più colpite sarebbero donne culturamente ed economicamente meno avvantaggiate perchè, spiegano, una laureata non riuscirebbe a tollerare unc omportamento di questo tipo. Dalle ragazze, intanto, si alzano delle proposte: più controlli nei luoghi meno sicuri, come bagni, scale o corridoi e più lezioni sulla violenza di genere. Che non sia l'ignoranza, la responsabile di questi atti.
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