Quante volte abbiamo sentito dire: "Io fumo una sigaretta ogni tanto, che male può farmi?".

Non è così invece, anche un solo tiro può creare seri problemi al DNA delle cellule nelle vie respiratorie, aprendo la strada a future malattie alle vie aeree: la stessa cosa vale per il fumo passivo che spesso è anche più dannoso di chi invece fuma attivamente.

Non esiste quindi un limite all'esposizione al fumo per preservare la propria salute: il fumo anche alle più basse concentrazioni causa gravi danni alla gola, polmoni e bronchi.

Questo è il risultato di uno studio fatto da un gruppo di ricercatori americani della Cornell University e del Presbyterian Hospital/Weill Cornell Medical Center di New York che esaminando 121 persone, fra non fumatori, fumatori moderati e forti fumatori, hanno rilevato alcuni geni particolarmente sensibili al fumo di tabacco, i quali mostravano funzioni alterate anche in chi fumava poco.

Per fare ciò , gli studiosi hanno confrontato i livelli di nicotina e di un suo metabolita, la cotinina, nelle urine di partecipanti, scoprendo così che nell'intero genoma di ciascun partecipante erano presenti dei geni alterati, tutti legati ai livelli di nicotina o cotinina.

A tal proposito, gli autori dello studio hanno dichiarato che, anche se il danno era molto limitato nei "piccoli" fumatori, questo non vuol dire che in futuro non possano riscontrare gravi malattie a livello respiratorio e che già i geni alterati sono il primo segno di malattia.

Ronald Crystal, primo autore della ricerca, si augura che questi risultati possano sostenere i divieti di fumo nei luoghi pubblici, dove i non fumatori o i lavoratori delle aziende dove non è vietato fumare, sono a rischio di future malattie respiratorie, fra cui i tumori del polmone e la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva).

Fonte: Corriere Della Sera