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Fecondazione assistita: 13 giorni è il record dell'embrione |
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Scritto da Eleonora Caltabiano Venerdì 06 Maggio 2016 12:12 | |||
Riguardo la fecondazione assistita, in questi ultimi anni si sono fatte molte ricerche e numerosi passi avanti, ma l'impianto nell'utero della donna è sempre stata la fase più delicata e della quale si conosceva poco. Per questo motivo, un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge e uno della Rockfeller University di New York hanno svolto uno studio, il quale è stato pubblicato sulle riviste "Nature" e "Nature Cell Biology". Lo scopo di questa ricerca era trovare una nuova tecnica per prolungare la coltura in vitro dell'embrione umano, cercando, quindi di superare la settimana dalla fecondazione. Ciò servirebbe ad osservare la fase di auto-organizzazione molecolare e cellulare che ha luogo prima del critico impianto in utero, in modo da evitare la non buona riuscita dell'operazione. "La nuova tecnica offre un'opportunità unica per ottenere una più profonda comprensione del nostro sviluppo durante gli stadi embrionali critici e consente di capire che cosa succede, per esempio, durante l'aborto spontaneo”. Così afferma Magdalena Zernicka-Goetz, a capo del gruppo inglese. Infatti, il problema della fecondazione assistita è sempre stato quello dell'impiantare l'embrione nell'utero della futura mamma. I ricercatori pensano che, non solo si possa migliorare e facilitare la fecondazione facendo in modo che l'embrione aderisca alle pareti dell'utero e possa crescere nella maniera più sana, ma si potrebbero scroprire i motivi per cui alcune malattie, come l'autismo e la sindrome alcolica fetale, si inneschino già nelle prime fasi di vita dell'embrione.
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