La scienza porta via via i medicinali a coprire le popolazioni dalle malattie più infettive come l'HIV. In Africa per un mancato utilizzo di profilattici e medicine che possono aiutare nella prevenzione, le terapie rivolte alle donne contro questa malattia sono state vane. Adesso però si parla di un anello vaginale che può ridurre l'infezione del 30%.

Un anello in silicone contenente un farmaco capace di ridurre l'infezione di qeusto virus. L’HIV, dall’inglese Human Immunodeficiency Virus, è l'agente responsabile della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS). In tutto il mondo ci sono ad oggi 37 milioni di persone sieropositive, più della metà donne e la maggiorparte in Africa. Ci sono due ceppi di HIV, HIV-1 - prevalentemente localizzato in Europa, America e Africa centrale, e HIV-2 - presente in Africa occidentale e Asia.

Una malattia per cui non è stata scoperta ancora medicina capace di debellarla, ma solo terapie che fanno convivere il malato con la patologia e che devono essere seguite per sempre e regolarmente. Inoltre i costi non sono alla portata di tutti e così nei Paesi più poveri cresce sempre più il numero di infettati.

L'anello vaginale non è invasivo e può essere indossato anche senza dover avvisare il proprio partner. Contiene la dapivirina, un farmaco contro l'HIV, che viene rilasciata costantemente per 5 anni. In questo modo viene bloccata la replicazione del virus nelle cellula umane. Questa la scoperta presentata al Croi (Conference on retrovirus and opportunistic infections) di Boston. L'anello, testato su un campione di 4.500 donne africane, ha funzionato, con una riduzione del 30% delle infezioni.

Una scoperta molto importante anche per il costo che avrà: 5 dollari per una protezione che dura 5 anni e potrà così essere utilizzata anche dalle donne dei paesi sottosviluppati.