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Scoperto il gene della fertilità |
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Scritto da Letizia Perugia Lunedì 17 Giugno 2013 14:33 | |||
Trovato un gene che potrebbe rivoluzionare le cure contro l'infertilità femminile. La sorprendente scoperta è stata fatta, durante una ricerca effettuata da un gruppo di studiosi nipponici, che hanno studiato il corredo genetico di alcune cavie da laboratorio.
All’università Suita di Osaka, il team di scienziati ha scoperto che la mancanza di specifici tipi di geni del cosiddetto piccolo Rna bloccava l'ovulazione nei topi. Hanno quindi capito di aver fatto un importante passo avanti per sviluppare nuove terapie per l'infertilità umana.
Tutto è cominciato quando i medici hanno analizzarto il ruolo del microRna nella riproduzione con sorprendenti risultati: durante gli esperimenti di accoppiamento fra topi, bastava "spegnere" alcuni geni del corredo di microRna (su tutti quello miR-220b e il miR-429) per avere molti e rilevanti effetti sulla fertilità maschile. I medici sono arrivati alla conclusione che grazie al congelamento di questi geni, soltanto nel 9% dei casi nei quali le femmine si accoppiavano coi maschi, si verificavano una gravidanza.
Nei topi femmina, alle quali erano stati disattivati questi geni, si registrava una fortissima diminuzione dell'ormone luteinizzante, che innesca l'ovulazione. Incentivare il processo opposto, aumentava sia il livello di fertilità nelle femmine sia il numero di gravidanze.
Questa ricerca potrebbe portare a sviluppare nuove terapie per l’infertilità umana.
Le cause d'infertilità femminile possono essere numerose. Si possono suddividere in problemi a livello cervicale, uterino, tubarico e ovarico.
Le cause cervico-vaginali: Anticorpi antisperma, infezioni (chlamydia, gonococco), stenosi, sinechie, alterazioni funzionali della cervice, alterazioni del pH vaginale, vaginismo, dispareunia, setti vaginali.
Le cause uterine sono: malformazioni dell'utero, polipi uterini, fibromi, sinechie, processi infiammatori, atrofia endometriale.
Cause tubariche: obliterazione totale o parziale del lume, infiammazioni (salpingite), endometriosi tubarica, pregressa sterilizzazione. Cause ovariche ed ormonali: sindrome dell'ovaio policistico, endometriosi ovarica, problemi genetici (sindr. Di Turner, disgenesia gonadica), mancata ovulazione da cause ipotalamiche, stress, anoressia, amenorrea psicogena, iperprolattinemia, insufficienza del corpo luteo.
Secondo un ulteriore studio, sempre giapponese, esiste una proteina della fecondazione: Izumo. Ribattezzata così in onore al santuario giapponese dedicato al matrimonio, grazie alla quale lo spermatozoo riesce a penetrare nell'ovulo.
Lo studio che ha portato a isolare la proteina è stato effettuato da ricercatori giapponesi, i cui risultati sono stati pubblicati su "Nature". Le osservazioni sono state effettuate nei topi, nei quali Izumo sembra sporgere dalla testa dello spermatozoo, aiutando la sua fusione con l'ovulo.
La proteina è presente anche negli spermatozoi umani dove sembrerebbe funzionare allo stesso modo. Lo sperma deve attraversare una serie di barriere prima di arrivare all'uovo e fertilizzarlo.
Si comincia con le cellule follicolari che circondano l'uovo, poi si tratta di penetrare la parete esterna dell'uovo, la cosiddetta zona pellucida, un sottile strato che protegge l'uovo, in modo da potersi legare alla membrana plasmatica.
Nello studio giapponese topi maschi sono stati geneticamente modificati affinché mancasse la proteina Izumo e si sono rivelati sterili. Se il liquido seminale del topo era in grado di penetrare entrambe le barriere attorno all'uovo, non altrettanto si può dire per quello privo di Izumo, che in nessun caso ha fertilizzato l'uovo.
La proteina può essere il fattore chiave per il successo della fecondazione. Era già stata trovata la proteina che stimola l'apertura della membrana intorno all'ovulo, ma la sua controparte nello spermatozoo rimaneva misteriosa.
La scoperta di Izumo è avvenuta esaminando i possibili bersagli di un anticorpo noto per la sua capacità di bloccare la fecondazione. Poi è stato identificato il gene che regola la produzione della proteina Izumo ed è emerso che un gene equivalente è presente anche negli esseri umani.
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