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Gli oncologi contro il nucleare: è cancerogeno |
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Scritto da Martina Paolucci Lunedì 06 Giugno 2011 11:00 | |||
A chi adduce motivazioni economiche e ambientali di tutto rispetto alla necessità di avviare un programma nucleare nel giro di poco tempo, gli oncologi ribattono sostenendo che una scelta del genere potrebbe nuocere gravemente alla salute della popolazione. Dagli Stati Uniti, dove è in corso il Congresso mondiale dell'Asco (American Society of Clinical Oncology), l'Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) esprime la posizione in merito alla questione attualmente più dibattuta soprattutto in vista del prossimo referendum popolare.
Carmelo Iacono, presidente dell'AIOM, afferma che “non esiste nulla di più cancerogeno delle radiazioni nucleari. Le centrali nucleari non sono controllabili, pensiamo a Fukushima, lasciamole stare e puntiamo su energie alternative, poco inquinanti e che non presentano grandi rischi per la salute globale”. Iacono motiva l'affermazione aggiungendo che le conseguenze vanno a pregiudicare la salute non solo di chi vive nelle vicinanze degli impianti nucleari ma, indirettamente, di un numero molto pià ampio di persone. Non tutti, però, condividono questa informazione: Umberto Veronesi sostiene il nucleare e parla di sicurezza e rischi limitati. Ciò che il presidente Iacono tende a sottolineare è che le conseguenze di incidenti come quello avvenuto in Giappone l'11 marzo, vengono pagate da tutto l'ambinte circostante, dall'aria in primis e, anche a distanza, dall'acqua del mare, quindi dai pesci, dalle falde acquifere e dalle coltivazioni che da queste dipendono. Inoltre, gli effetti non sono immediati, ma si manifestano a distanza anche di decenni come, ad esempio, nel caso di Chernobyl. Il ben noto e illustre professore Umberto Veronesi, famoso oncologo italiano, ha sposato la causa del nucleare sostenendo che è possibile costruire centrali sicure e che si possono proteggere le persone dalle radiazioni. Contro l'aperto sostegno mostrato dall'ex Ministro alla Sanità, Iacono afferma: “Troppi i probabili pericoli per giustificare gli eventuali benefici; la lotta ai tumori è già di per se molto dura, non è il caso di aumentare i rischi. Un oncologo non può essere favorevole al nucleare”. Iacono tiene a sottolineare che l'indicazione a votare per il sì all'abrogazione è di carattere puramente tecnico, assolutamente non di stampo politico. L'annuncio più allarmante esternato dall'AIOM al congresso mondiale, però, non è questo. La preoccupazione nasce dai piani di risanamento delle finanze a livello regionale, che prevedono tagli alla sanità che rischiano di andare a ridurre il numero di pazienti ai quali sarà possibile garantire adeguata assitenza nel prossimo futuro. Assistenza italiana che, al momento, si presenta come una delle migliori o, addirittura, la migliore in Europa.
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