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Tutti i numeri del cancro: più malati al Nord ma si muore di più al Sud |
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Scritto da Martina Paolucci Venerdì 13 Maggio 2011 07:54 | |||
Lo scenario non è propriamente roseo. E neppure le cifre sono confortanti. Nel III Rapporto sulla condizione assistenziale del malato oncologico, presentato ieri a Roma in occasione dell'imminente Giornata nazionale dei malati di tumore (15 maggio), vengono raccolti tutti i dati in merito a una delle patologie più pericolose dei nostri tempi. La situazione è preoccupante, in Italia oggi si contano 2 milioni e 300mila malati di tumore. Il Rapporto evidenzia anche come il divario Nord-Sud, molto ampio solo qualche anno fa, si sia appiattito, modificando lo scenario nazionale: più malati al Nord ma più mortalità al Sud. Nel complesso, però, una buona notizia c'è: si muore di meno.
Il Rapporto è stato compilato da un osservatorio composto da diverse associazioni e istituzioni del settore: la Federazione Italiana Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), il Censis, l'Inps, l'Aiom - Associazione Italiana Oncologia Medica, l'Airo - Associazione Italiana Radioterapia Oncologica, la Società Italiana Ematologia (Sie), il Ministero della Salute e l'Istituto Tumori di Milano. Le differenze sul territorio italiano andrebbero collegate ad un divario quantitativo e qualitativo di strutture specialistiche a disposizione dei malati, oltre ad un diverso stile di vita e della presenza di più o meno fattori cancerogeni. Il problema, purtroppo, non è esclusivamente sanitario, in quanto i tanti malati di tumori ai quali vanno assicurate le cure necessarie, sono anche un costo elevato, per lo Stato, e per loro stessi, perchè dove gli aiuti non arrivano, è il proprio salvadanaio ad doversi aprire. Le cifre del Rapporto sono chiare: la maggioranza dei malati sono donne, il tumore più diffuso è quello al colon retto. In effetti, dei 2.300.000 malati, il 56% è di sesso femminile, di cui un 42% è malato di cancro al seno: Solo nel 2008 sono stati diagnosticati 38.000 nuovi casi, con 7.800 decessi. Negli uomini il 22% - vale a dire 220mila casi - è affetto da cancro alla prostata, con 23.500 nuovi casi nel 2010 e 7.000 decessi. Per quanto riguarda il tumore al colon retto sono 78 pazienti su 100mila a soffrirne. Infine, il tumore ai polmoni, che vede soffrirne una maggioranza di uomini, la cui causa va ricercata, nell'87% dei casi, nel fumo di sigaretta. Oggi, il tasso di sopravvivenza di questo tumore a 5 anni dalla diagnosi è del 10/15%. Le nuove cure e i progressi tecnologici hanno innalzato il livello di guarigione dalla patologia, tanto che si possono contare 1 milione e 300.000 pazienti viventi a 5 anni dalla diagnosi e 800.000 a distanza di 10. La sopravvivenza, però, sembra più facile al Nord, anche se qui vi si concentrano il maggior numero di nuovi casi. Al Sud infatti, grazie alla dieta mediterranea e alla minor presenza di fattori cancerogeni come ad esempio l'inquinamento ambientale, la popolazione risulta più protetta. Rispetto al passato, però, quando il divario tra i due poli italiani era evidente, oggi la distanza si è appiattita, con il Sud che supera il Nord in fatto di mortalità, settentrione dove l'incidenza rimane comunque più alta. Il problema rimangono le strutture che, in molte regioni italiane, sono carenti o del tutto assenti. Se la media italiana di posti letto rispetto agli abitanti è di 1,1 ogni 10.000, si passa dal picco del Molise con 2,1 letti ogni 10.000 abitanti a zone come Bolzano, Trento e la Puglia dove, rispettivamente, il numero scende a 0,2, 0,4 e 0,6. Inoltre, il reparto di Radioterapia spesso non annovera alcun posto letto per la deambulazione dei malati: dai 40 letti nella provincia di Trento a quelli inesistenti in Valle d'Aosta, a Bolzano, nelle Marche e nella Basilicata. La differenza di dotazione incide molto sulla mortalità dei pazienti, tanto che molti sono disposti a spostarsi dalle zone con poche strutture a quelle maggiormente dotate, il che si traduce in un viaggio spesso dal Sud verso il Nord e, in alcuni casi, anche all'estero. Traspira, da questi dati, una scarsa fiducia nelle strutture sanitarie della propria regione. In Italia, solo 8 regioni possono vantare uun tasso di attrazione dei pazienti maggiore di quello di fuga, e la regione più abbandonata è la Calabria. Emblematico il caso della Basilicata dove i due tassi si equivalgono: la quantità di pazienti "in fuga" viene compensata dai molti pazienti in arrivo dalle regioni limitrofe. Nel 2011, Anno Europeo del Volontario, il premio morale va ai tanti volontari delle associazioni che, in qualche modo, tentano di sopperire alla mancanza di istituzioni e strutture adeguate alla cura di questo male. A loro va un ringraziamento perchè, in loro assenza, la situazione probabilmente sarebbe molto più drammatica.
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