Un team di ricercatori australiani dell'Università di Sydney che, indagando sull'incidenza della frammentazione del DNA dello sperma, ovvero, un fattore significativo di infecondità maschile legato a lesioni delle cellule causate da infezioni, fumo e invecchiamento, afferma che la carenza di vitamina D può essere alla base dell'infertilità maschile.

Per arrivare a queste conclusioni, gli esperti hanno sottoposto ad una serie di esami, circa 794 uomini, rilevando che il 58% presentava elevati livelli di frammentazione del DNA e che un terzo di questi aveva carenze di vitamina D.

Anne Clark,che ha diretto lo studio ha spiegato che, oltre alla carenza di vitamina D in questi uomini è stato trovato anche un deficit di acido folico che è essenziale per il rinnovamento delle nuove cellule e un surplus di omocisteina, ovvero un aminoacido associato a tossicità delle cellule: la ricercatrice, inoltre, si è dichiarata sorpresa di trovare questi elementi negli uomini, in quanto, solitamente, la carenza di vitamina D e di acido folico rappresenta un fattore di infertilità femminile.

La Clark inoltre, ha riferito che dopo lo screening, 123 soggetti hanno accettato di seguire uno stile di vita più salutare (riducendo alcol e caffè, abolendo il fumo e perdendo i chili di troppo e facendo attività all'aria aperta) e di assumere per tre mesi supplementi multivitaminici e antiossidanti: per ottenere i risultati non si dovuto neanche attendere molto.

Infatti, lo sperma è risultato migliorato, addirittura il 75% ha visto una riduzione della frammentazione del DNA ,il 40% dei soggetti ha portato la propria partner a conseguire una gravidanza con fecondazione assistita e l'11% una gravidanza naturale: i risultati ottenuti ci indicano che migliorare il proprio stile di vita e l'alimentazione, possono essere fattori decisivi per migliorare la propria fertilità.

Fonte: Elevit