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Le cellule staminali riparano il fegato malato |
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Scritto da Angela Messina Giovedì 07 Ottobre 2010 13:37 | |||
Uno studio condotto dall'equipe del professor Antonio Gasparini dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con la collaborazione di Gennaro Nuzzo e Felice Giuliante dell'Unità operativa di Chirurgia generale ed Epato-Biliare del Gemelli, dimostra che le cellule del midollo osseo possono aiutare il fegato ad autorigenerarsi.
Questo importante lavoro, intrapreso dai nostri ricercatori, ha raggiunto un risultato importante in merito ad alcune patologie che interessano il fegato come il cancro o la cirrosi. Il segreto sono le cellule staminali del midollo osseo, che dovrebbero avere la funzione di colmare quelle parti di fegato che risultano essere compromesse o che semplicemente non riescono a rigenerarsi. Gli studiosi hanno scoperto come il fegato possegga di per sé una riserva di cellule staminali rigeneranti, ma esse si attivano solo se il tessuto è sano o non troppo danneggiato da cirrosi o cancro. Tale situazione obbliga i medici quando ipotizzano una resezione epatica a valutare costi e benefici dell'intervento. Allora, se la porzione di fegato è troppo ampia, il paziente non si opera e viene inserito nella lista trapianto. Il lavoro della squadra del Sacro cuore cambia la situazione. Come i ricercatori fanno notare, può attivarsi un meccanismo di salvataggio. Il sistema fa sì che il midollo osseo (fabbrica delle staminali del sangue) invii delle cellule di rinforzo, in grado di effettuare riparazione altrimenti impossibili. Per arrivare a questa scoperta sono stati arruolati 29 pazienti che avevano subito una rimozione di parte del fegato per diversi motivi. I ricercatori hanno eseguito su tutti i pazienti ripetuti prelievi di sangue, il giorno prima dell'intervento e poi dopo uno, tre, cinque, sette e 14 giorni dall'intervento. Gli esperti hanno misurato in questi campioni la percentuale di cellule staminali presenti nel sangue dei diversi gruppi di pazienti e hanno isolato le cellule staminali per valutare in quante di queste cellule fossero accesi i geni tipici delle cellule del fegato. Sicuramente la possibilità di modulare il processo di mobilizzazione delle cellule staminali del midollo e la loro migrazione nel fegato attraverso la somministrazione di fattori di crescita potrebbe aprire interessanti prospettive terapeutiche. Innanzitutto potrebbe consentire un aumento del numero di pazienti candidabili alla resezione epatica con approcci chirurgici potenzialmente piu' curativi e poi ridurre il numero dei pazienti con insufficienza epatica terminale che necessitano di trapianto di fegato Prossimo obiettivo degli studiosi è quindi cercare un modo per gestire artificialmente tale processo. La scoperta è importante, afferma Gasbarrini, perché potrebbe aprire nuovi scenari nella lotta al tumore. L'intero studio è stato pubblicato sulla rivista "Digestive and Liver Disease". Fonte:AGI
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