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Malattie del cuore infantili: arrivano le valvole cardiache che crescono col bambino |
Bambini - Articoli | |||
Scritto da Letizia Perugia Venerdì 04 Dicembre 2015 11:02 | |||
Nuove valvole cardiache, prelevate dall’uomo e impiantate nei bambini possono rappresentare la soluzione per i piccoli che nascono con una cardiopatia congenita, l'intento è quello di migliorare la vita dei bambini affetti da malattie cardiache.
Le speranze sono riposte su otto centri in Europa, tra cui l'Università di Padova, dove trent'anni fa fu effettuato il primo trapianto di cuore. Il progetto si chiama "Espoir" ed è finanziato con cinque milioni di euro dall’Unione Europea, ha l'obiettivo di confermare l’opportunità di effettuare trapianti di valvole cardiache autologhe nei piccoli pazienti.
La soluzione sarebbe risolutiva, a differenza delle protesi valvolari che sono di solito impiantate nei bambini, che si deteriorano già dopo due anni e non crescono assieme al paziente, come spiega Giovanni Stellin, direttore dell’Unità di cardiochirurgia pediatrica e cardiopatie congenite del Policlinico Universitario di Padova. Per queste ragioni i più giovani debbono sottoporsi a diversi interventi di sostituzione valvolare nel corso della vita.
Una svolta di non poco conto, se si considera che l’opzione chirurgica non è mai stata definitiva nei bambini per colpa delle dimensioni standard delle protesi che non si adattano alla crescita del paziente.
L’inserimento di queste nuove valvole autologhe è già possibile, la procedura è stata adottata su cinque bambini, che oggi stanno bene, mentre altri venti saranno operati nel prossimo anno e mezzo, prelevandole da cadaveri e trattandole (entro ventiquattro ore) in laboratorio per eliminare il Dna del donatore.
Una procedura che riduce notevolmente il rischio di rigetto, cui segue l’iniezione di cellule staminali con cui si ripopola il tessuto.
Per l’impianto sui giovani pazienti è necessario attendere almeno tre settimane dalla morte del donatore. Il progetto Espoir è coordinato dal centro cardiochirurgico di Hannover, dove sono state impiantate oltre cento valvole cardiache di questo tipo.
Gli interventi effettuati a Padova, invece, sono stati possibili grazie alla collaborazione della Banca dei tessuti di Treviso. Quello della sostituzione delle valvole è tra i filoni più battuti in cardiochirurgia, nel tentativo di ridurre l’invasività degli interventi.
Negli anziani la prima causa del problema è la stenosi aortica mentre nei piccoli pazienti l’intervento è reso necessario dalla presenza di malattie cardiache congenite.
Un anno fa, la soluzione venne da una valvola biologica ottenuta dalla vena giugulare dei bovini e montata in uno stent, un piccolo tubo metallico usato anche negli adulti per dilatare i vasi sanguigni parzialmente ostruiti.
Fu grazie a questo che a quattro bambini (tra sei mesi e sei anni di età) fu evitato lo spettro di interventi plurimi e ravvicinati, ricorda Alessandro Frigiola, cardiochirurgo pediatrico del Policlinico San Donato, primo centro in Italia ad aver utilizzato la procedura.
Il posizionamento della valvola in sede mitralica richiede l’apertura di un passaggio tra l’atrio destro e l’atrio sinistro, ma la stessa, come spiega il cardiologo pediatra Mario Carminati, viene riparata lasciando un piccolissimo accesso, che garantisce la possibilità di dilatare lo stent con la crescita del bambino senza sottoporlo a un nuovo intervento cardiochirurgico.
Della una procedura non si conosce il follow-up a lungo termine, ma viene ritenuta promettente, serve a far arrivare i bambini all’età adolescenziale, quando, nel caso in cui fosse necessaria la sostituzione della protesi, è possibile utilizzare gli stessi dispositivi applicati sugli adulti.
Al progetto Espoir partecipano anche altri sette centri leader in Europa nel campo della cardiochirurgia in Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Francia, Germania e Moldavia.
I 500 mila euro di finanziamento verranno spartiti tra unità operativa, diretta dal professor Giovanni Stellin, e Università.
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