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La crisi investe l'alimentazione e la salute nel Bel Paese |
Benessere - Articoli |
Scritto da Manuela Mariuz Mercoledì 17 Marzo 2010 14:20 |
Gli italiani vanno meno dal dentista, rinunciano alla buona tavola e mettono alla fine della lista frutta e verdura; si fa meno sport e il risultato è l'aumento degli obesi.
Questi i dati emersi dalla settima edizione del rapporto Osservasalute (2009), un'approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell'assistenza sanitaria nelle Regioni italiane presentata all'Università Cattolica di Roma. Lo studio è stato pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane ed è il frutto della collaborazione di 176 esperti di sanità pubblica. E' emerso che, nonostante la salute degli italiani sia complessivamente buona, sta subendo i colpi della crisi economica. Solo il 39,7% degli italiani si è potuto permettere cure odontoiatriche nell'ultimo anno, quindi quasi solo i due terzi della popolazione. Anche sulla tavola degli italiani i cambiamenti sono stati significativi: la dieta mediterranea è divenuta costosa per molti e solo il 5,6% degli italiani mangia le cinque razioni di frutta e verdura raccomandate al giorno. Walter Ricciarelli, direttore dell'Istituto d'Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Sapienza di Roma, spiega che, in tempi di crisi, è normale comprare cibo più economico, purtroppo però spesso quest'ultimo è anche il più grasso: l'abbandono della buona tavola si unisce poi al fatto che solo un italiano su cinque pratica regolarmente un'attività fisica ed è noto che uno stile di vita sbagliato porta inevitabilmente all'aumento dei problemi di salute. Secondo Osservasalute si sta approfondendo il gap tra Nord e Sud, con il Nord più attento alla salute, meno grasso e sedentario, e il Sud che presenta crescenti fattori di rischi anche in conseguenza delle differenze nelle prestazioni offerte dal territorio del Servizio Sanitario Nazionale. Ultimo dato importante riguarda l'aumento del consumo di farmaci antidepressivi e di psicofarmaci che parrebbe addirittura triplicato, segnando un +310%. Questo è secondo gli esperti legato all'aumentato disagio sociale che è però difficilmente quantificabile ma che potrebbe a sua volta essere stato spinto dalla crisi economica attuale. Approfondimenti: Osservatorio Nazionale della Salute |
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