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Arriva l'insulina che si attiva da sola |
Benessere - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 12 Febbraio 2015 15:16 |
L'ultima scoperta testata da alcuni studiosi del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, è l'insulina "smart" per chi è affetto da diabete di tipo 1: questa insulina può rimanere per ore nel circolo sanguigno ed attivarsi solo quando sale il livello di glucosio.
La nuova ricerca potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione per il trattamento del diabete e liberare finalmente i pazienti dal monitoraggio della glicemia e dai pericoli che derivano dai suoi sbalzi repentini.
L'insulina smart ha una lunga molecola idrofobica fatta da grassi che le permette di rimanere a galla nel sangue per diverse ore, facendola ancorare ad una proteina del plasma (l'albumina). Quando la glicemia supera il livello di guardia, l'insulina entra in azione e ad attivarla ci pensano le molecole di glucosio, tirando una maniglia d'emergenza molecolare (chiamata PBA) appositamente attaccata alla struttura chimica dell'insulina.
I risultati dei test sui topi, pubblicati sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas), hanno dimostrato che l'insulina modificata rimane nel circolo sanguigno diverse ore, interviene in maniera più rapida ed efficace rispetto all'insulina tradizionale e quella a lunga durata d'azione.
Un singola dose di Ins-PBA-F è stata in grado di intervenire ripetutamente e autonomamente fino a 10 ore dall'iniezione. Se la scoperta dovesse trovare un corrispettivo in ambito umano, darebbe il via ad una rivoluzione in ambito terapeutico per tutti i soggetti affetti da diabete, consentendo un monitoraggio delle funzioni corporee completamente autonomo ed eliminando la necessità di un continuo ricorso a nuove iniezioni di insulina, ogni qualvolta i livelli di glucosio si trovano improvvisamente ad abbassarsi.
Sono tante le soluzioni tecnologiche vagliate dal mondo della ricerca: dal guscio intelligente che rilascia l'insulina al tatuaggio che misura i livelli di glucosio, la nuova invenzione invece si basa sullo stesso ormone, modificandolo.
Nella cura del diabete, le iniezioni possono essere di vari tipi: alcune persone assumono una forma modificata chiamata insulina ad azione prolungata, che rimane nel sangue per un massimo di 24 ore, per assicurarsi che ce ne sia sempre un po' quando necessario.
Altri pazienti calcolano quanta devono assumerne in base ai carboidrati che consumano o a quanto zucchero è presente nel sangue.
Daniel Anderson, uno degli autori dello studio ha spiegato che la vera sfida è sempre la giusta quantità di insulina disponibile quando se ne ha bisogno, l'insulina modificata è stata in grado di dare un controllo più adeguato della glicemia rispetto a quella non modificata e all'iinsulina ad azione prolungata.
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