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Abbassare la pressione del sangue attraverso la luce solare |
Benessere - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 21 Gennaio 2014 15:02 |
Esporsi alla luce del sole per ridurre la pressione sanguigna e tagliare il rischio di attacco cardiaco e ictus, lo conferma una ricerca pubblicata sula rivista "Journal of Investigative Dermatology" e fatta da un team di ricercatori della University of Southampton e della University of Edinburgh.
Questa ricerca ha mostrato come la luce del sole può alterare i livelli delle piccole molecole messaggero, l'ossido nitrico presente nella pelle e nel sangue, riducendo la pressione sanguigna (l'ossido nitrico, e i suoi sottoprodotti, sono coinvolti nella regolazione della pressione sanguigna).
Lo studio è stato condotto su 24 soggetti in salute esposti alla luce Uva per due sessioni di 20 minuti ognuna e suggerisce che l'esposizione dilata i vasi sanguigni, abbassando significativamente la pressione del sangue e andando ad agire sui metaboliti dell'ossido nitrico circolanti nel sangue. Martin Feelisch, Professore di Medicina Sperimentale e Biologia Integrativa presso l’Università di Southampton, afferma che l’ossido nitrico insieme con i suoi sottoprodotti (abbondanti nella pelle) è coinvolto nella regolazione della pressione sanguigna.
Quando vengono esposti alla luce del sole, piccole quantità di NO vengono trasferite dalla pelle alla circolazione, abbassando il tono dei vasi sanguigni, e riducendo il rischio di infarto e ictus.
Limitare l’esposizione alla luce solare è importante per prevenire il cancro della pelle, ma gli autori, tra cui il dottor Richard Weller dell’Università di Edimburgo, suggeriscono che non farlo affatto può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
Le malattie cardiovascolari rappresentano il 30% delle morti a livello globale ogni anno ed è noto che queste patologie, a seconda del periodo e della latitudine, possono avere livelli più elevati in inverno e nei paesi più lontani dall’equatore, dove la radiazione ultravioletta del sole è più bassa.
Il professor Feelisch aggiunge che questi risultati sono significativi per il dibattito in corso sui potenziali benefici per la salute del sole.
Negli studi futuri si verificherà se gli effetti valgono in un ambiente più cronico e individuare nuove strategie nutrizionali mirate a massimizzare la capacità della pelle di immagazzinare NO e consegnarlo alla circolazione in modo più efficiente.
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