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Il Parkinson si previene mangiando peperoni e pomodori |
Benessere - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 13 Maggio 2013 16:40 |
Mangiare cibi come peperoni e pomodori, che contengono naturalmente nicotina, si è scoperto può ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Le solanacee come i peperoni e i pomodori, contengono naturalmente la nicotina e sembra possano ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
La nicotina, secondo uno studio dell'Università di Washington a Seattle, sarebbe capace di ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. Quando c'è una perdita di cellule cerebrali che producono dopamina, accade che possano insorgere i disturbi del movimento tipici della malattia di Parkinson.
Tra questi disturbi vi sono i noti tremori a viso, mani, braccia e anche gambe. Altri sintomi possono essere rigidità degli arti, difficoltà di movimento e lentezza, perdita di equilibrio. Ogni anno ci sono migliaia di nuovi casi di Parkinson segnalati e, ad oggi, non esiste una cura: si possono solo trattare i sintomi farmacologicamente o con altre procedure.
La presenza naturale di nicotina è caratteristica delle piante appartenenti alla famiglia delle solanacee, di cui fa parte anche la pianta di tabacco.
Gli studi sugli effetti di questa sostanza assorbita per mezzo di quest'ultima pianta sono contradditori e non è chiaro se fornisca o meno un effetto protettivo.
In questo nuovo studio, la dottoressa Susan Searles Nielsen e colleghi dell'Università di Washington a Seattle hanno trovato 490 pazienti con diagnosi di malattia di Parkinson ricevuta poco prima e altri 644 soggetti che non presentavano condizioni neurologiche (che avrebbero fatto da gruppo di controllo).
Ai partecipanti sono stati distribuiti dei questionari per sondare il tipo di dieta seguito e l'uso di tabacco. Dai dati raccolti e le analisi si è scoperto che il consumo di verdure in generale non influenzava il rischio di Parkinson.
Il consumo di solanacee riduceva invece questo rischio. Di queste, i peperoni si sono dimostrati i più efficaci nella riduzione del rischio.
Il dato interessante è che la protezione è risultata essere attiva maggiormente negli uomini e nelle donne che non avevano mai fumato o che lo avevano fatto per un ridotto periodo di tempo.
Il dato è interessante proprio perché il tabacco è la pianta che contiene più nicotina di tutte quelle oggetto dello studio. Il nuovo studio, come spiega Searles Nielsen nel comunicato UW, è il primo a indagare l'apporto di nicotina nella dieta e il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
I risultati di questo studio suggeriscono anche un effetto protettivo della nicotina, o forse una sostanza chimica simile, ma meno tossica nei peperoni che nel tabacco.
La scoperta, secondo i ricercatori è importante perché potrebbe portare a nuove vie nella ricerca di una cura per questa malattia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Annals of Neurology.
Fonte: Journal Annals of Neurology |
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