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Oggi è la Giornata internazionale della Felicità, sancita dall’Onu |
Benessere - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Mercoledì 20 Marzo 2013 09:29 |
Oggi è vietato essere tristi : l'ordine arriva dalle Nazioni Unite. Nel luglio scorso, l'Onu ha fissato per il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, che si festeggia per la prima volta nel 2013. L'idea è venuta partendo dalla consapevolezza che i soldi non fanno la felicità, almeno questo stato d'animo è lungi dal poter essere descritto con numeri e indicatori che danno il Prodotto interno lordo.
Nel suo messaggio il Segretario generale Ban Ki-moon dichiara che la felicità è aiutare gli altri, quando con le nostre azioni contribuiamo al bene comune, noi stessi ci arricchiamo, è la solidarietà che promuove la felicità. Uno dei primi ad ammettere che né il fine di una nazione né la soddisfazione di una persona risiedesse nel benessere economico fu Robert Kennedy nel 1968, durante un incontro con gli studenti dell'Università del Kansas. Egli disse che il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese. Il Pil misura tutto eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Poi ci fu come esempio il Bhutan, fazzoletto di terra di 650 mila abitanti tra le vette dell'Himalaya. Dal 1972 il piccolo Stato asiatico attua un sistema di sviluppo innovativo, un processo che cerca di puntare all'incremento della felicità degli abitanti. Qui nasce il concetto di Felicità interna lorda come misura alternativa al Pil. Questo modello costringe a una crescita infinita, su un pianeta con risorse limitate, non ha senso economico, mentre è la causa di azioni immorali e autodistruttive, secondo Jigmi Y. Thinley, primo ministro del Bhutan nel corso della conferenza delle Nazioni Unite. Inoltre a sottolineare il fatto che la felicità possa essere raggiunta indipendentemente dal benessere economico è anche il "World Happiness Report" che è stato redatto dagli economisti Jeffrey Sachs, John Helliwell e Richard Layard della Columbia University. I risultati non stupiscono perchè ai piani alti della classifica per livello globale di soddisfazione della popolazione ci sono i Paesi del Nordeuropa, ricchi e molto sviluppati, come Danimarca, Finlandia e Norvegia, mentre agli ultimi posti si piazzano realtà come Togo, Benin e Sierra Leone. Secondo Sachs, però, non è detto che entrate maggiori indichino necessariamente il benessere generale di un Paese e ne sono un esempio gli Usa dove, nonostante i redditi pro capite siano aumentati dal 1960 a oggi, gli indici di felicità siano rimasti invariati. Alla base di questo innovativo paradigma economico invocato dall'Onu e stabilito durante l'incontro sullo Sviluppo sostenibile Rio+20, ci sono tre pilastri: la crescita economica, il progresso sociale e la maggiore attenzione nei confronti dell'ambiente. Queste tre componenti messe insieme definiscono la felicità globale. Da qui l'idea di istituire una Giornata internazionale che riconosca la felicità come un obiettivo fondamentale della vita umana, non trascurabile dalle politiche pubbliche. I 193 Stati membri hanno infatti adottato una risoluzione che chiede la felicità. La data da segnare nel calendario quindi è quella del 20 marzo, un giorno per ispirare l'azione per un mondo più ilare. Perché una nazione più felice è anche una nazione più produttiva. |
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