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Il diabete di tipo 2 nei giovanissimi: le nuove linee guida |
Benessere - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 14 Febbraio 2013 18:19 |
Sono state pubblicate per la prima volta, su Pediatrics, le linee guida per la gestione del diabete di tipo 2 nel bambino e nell'adolescente. Il diabete mellito di tipo 2 è di gran lunga la forma di diabete più frequente (interessa il 90% dei casi) ed è tipico dell'età matura.
Questo è caratterizzato da un duplice difetto: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina per soddisfare le necessità dell'organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l'insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino resistenza). Il risultato, in entrambi i casi, è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia). Questo tipo di diabete è detto non insulino-dipendente perché l'iniezione di insulina esterna, a differenza del diabete di tipo 1, non è di vitale importanza. Marco Cappa, presidente della Società italiana di diabetologia ed endocrinologia pediatrica (Siedp), ha affermato che in Italia il diabete 1 in età pediatrica resta prevalente, con 15 nuove diagnosi per 100.000 abitanti. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2, se negli Usa la percentuale di tutto il diabete pediatrico è intorno al 40%, da noi si aggira sul 2-4%. In ogni caso si tratta di un fenomeno in crescita esponenziale che è legato alla pandemia dell'obesità. Nel nostro paese un bambino su 4 è in sovrappeso e uno su 8 è obeso. Si tratta di una patologia che si presume avrà un impatto molto più elevato in futuro. Le somiglianze tra diabete 2 nell'adulto e nel bambino sono varie: tutte e due le forme sono legate a iperinsulinismo (presenza in circolo di una quantità eccessiva di insulina), resistenza insulinica (le cellule dell'organismo diminuiscono la propria sensibilità all'azione dell'insulina, ne consegue che il rilascio dell'ormone, produce un effetto biologico inferiore rispetto a quanto previsto) e al meccanismo eziopatogenetico (l'analisi delle cause e dello sviluppo di una patologia o di una condizione anomala). Esiste una differenza fondamentale: in età pediatrica ci può essere una comparsa improvvisa, che non è presente nell'adulto, ma che si manifesta con sintomi simili a quelli dell'adulto rendendo difficile la diagnosi. Un'altra differenza sta nella presenza di concentrazioni più elevate di peptide C ( ormone proteico) e la negatività agli autoanticorpi. Per quanto riguarda le linee guida, le novità riguardano essenzialmente la terapia confermando invece le conoscenze già note nel campo della diagnosi. Cappa spiega che, riguardo alla diagnosi, si limitano a puntualizzare aspetti noti, mentre le parti più innovative riguardano la terapia. La vera e propria rivoluzione dettata dall'uso di queste nuove linee guida sta nel poter impiegare nei primi stadi della malattia l'insulina (mentre nel tipo 2 dell'adulto, a esordio graduale, si inizia tipicamente modificando lo stile di vita). Inoltre è previsto che, in seguito all'adozione di un corretto regime alimentare e di un'adeguata attività fisica, in caso di mancato compenso glicemico si utilizzi come primo farmaco la metformina, per la prima volta impiegata in Italia non off-label in quanto approvata anche dall'Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) dai 10 anni in su per il diabete di tipo 2. |
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