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Sono passati dieci anni dall'entrata in vigore della legge Sirchia: cosa è cambiato? |
Benessere - Articoli |
Scritto da Angela Messina
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![]() Una legge rivoluzionaria, varata fra non poche polemiche, che alla lunga ha cambiato le abitudini degli italiani in meglio. Dai dati del rapporto 2012 dell'Isituto superiore di Sanità sul fumo emerge che in Italia, dal 2003 al 2011 si è passati da circa 100 milioni di kg di sigarette vendute a poco più di 85 e che il numero dei fumatori è passato dal 27,6% del 2003 al 20,8% del 2012. ![]() Come spiega Pacifici, dell'Osservatorio droga fumo e alcol dell'ISS, non bisogna pensare alla legge Sirchia come una legge nata per vietare il fumo, ma una legge nata per proteggere chi subisce i danni del fumo passivo; indubbiamente il divieto può aver incentivato molti a smettere. L'importanza di questa legge è però, principalmente, nel suo valore educativo, difatti oggi sarebbe impensabile, per quasi tutti, fumare in un luogo pubblico. Importante è ancora il fatto che la legge sia stata applicata senza scorciatoie, anche perchè siamo noi stessi cittadini a controllare che venga applicata. Secondo l’indagine Doxa-Iss, a fumare oggi in Italia sarebbero 10, 8 milioni (20,8%). Di questi, 6,1 milioni sono uomini e 4,7 milioni donne. Malgrado i buoni risultati, c’è però un dato che fa riflettere. Secondo l’ultimo rapporto Istat, in Italia sono i giovani e le signore di mezza età i più incalliti. La quota di chi non riesce a rinunciare a sigari e sigarette è infatti nettamente più elevata fra i giovani 25-34enni (35,9%) e fra le signore di 45-54 anni (23,4%). Secondo l’Istat, i non fumatori rappresentano la maggioranza della popolazione di 14 anni e più (54,2%), con evidenti differenze di genere: il 41,2% degli uomini e il 66,3% delle donne. In un anno, la quota di popolazione adulta che ha detto addio al tabacco è aumentata di un punto e mezzo percentuale. Secondo Girolamo Sirchia, l'allora ministro della suddetta legge, sarebbero almeno due le cose da fare per combattere il fumo: evitare che i ragazzi inizino a fumare, con una campagna di social marketing che elimini l’immagine del fumo come di una cosa normale o addirittura che rende più apprezzabili e aumentare le accise, come avviene in altri stati, per scoraggiare l'acquisto delle sigarette. |
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