L'elevato consumo di  carni rosse intese come bovine (comprese il vitello, suine e ovine), è sempre stato associato a un rischio maggiore di malattie croniche come il diabete e il tumore, per non parlare dei disturbi cardiovascolari.

Ma uno studio dell'Università Statale della Pennsylvania e pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition afferma che la carne rossa, se povera di grassi saturi, può aiutare ad abbassare il livello di colesterolo cattivo (Ldl).

La ricerca è stata condotta su 40 volontari, che si sono sottoposti a diverse diete diversificate, a scopo sperimentale. E sarebbe stato un consumo limitato di carne rossa, povera di grassi saturi, ad aver offerto questo risultato inaspettato, che offre una visione meno negativa della carne rossa rispetto al passato: è emerso infatti che da questa dieta si otteneva una riduzione media del 5% di colesterolo.

Domenico Sommariva, vicepresidente della sezione lombarda della società italiana per lo studio dell'arteriosclerosi, dichiara che "il contenuto in grassi dipende, oltre che dal taglio (la fesa bovina magra è ben diversa dalle carni usate per bolliti o ragù), anche dal tipo di alimentazione dell'animale: quello che mangia al pascolo, o che viene comunque nutrito in modo appropriato, ha una carne con meno grassi saturi. In ogni caso, ciò che emerge anche da questo studio, è che anche diete con carne bovina, purché povere in grassi saturi, si associano ad una riduzione del colesterolo LDL".

Certo che molto dipende dalla provenienza dell'animale, se allevato in maniera naturale e non in serie i vantaggi nutrizionali sono considerevoli, sarebbe ottimale quindi riuscire ad acquistare direttamente dai contadini, ma in una società come la nostra è raramente possibile.