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Troppa igiene intima può far male
Benessere - Articoli
Scritto da Eva Forte     Mercoledì 27 Gennaio 2010 10:25    PDF Stampa E-mail
Sapone intimoDa quanto dichiara Altro Consumo, sembra proprio che troppa igiene intima possa fare male, in particolar modo per le donne.

"Lavaggi intimi troppo frequenti o con prodotti molto aggressivi rompono l'equilibrio naturale della flora vaginale, dando origine ad alcuni problemi vaginali. Lo diciamo soprattutto alle più giovani, spesso ossessionate da odore e secrezioni, in realtà più che normali e spesso impercettibili".

Igiene Intima

Disturbi vaginali: Un equilibrio naturale
Un'infezione vaginale si traduce principalmente in un fastidioso prurito, un odore inusuale e in una modifica delle secrezioni vaginali. In molti casi si tratta di vaginite batterica, un disturbo causato da batteri, tra i quali la Gardnerella vaginalis. Un'altra infezione particolarmente conosciuta (e temuta) tra le donne è la candidiasi. Un disturbo piuttosto frequente è la tricomoniasi, una vaginite causata da un protozoo (Trichomonas vaginalis).
A questi problemi se ne aggiungono altri non di origine infettiva, come la vaginite irritativa e quella allergica, causate da sostanze irritanti che scatenano reazioni allergiche (per esempio alcuni ingredienti contenuti nei prodotti per l'igiene, profumi, tessuti sintetici, preservativi in lattice). Anche i tamponi interni o la spirale possono provocare un'irritazione da trauma: elimando la causa scatenante, in genere, però scompare anche il fastidio.

Momenti di vita
Crescendo e invecchiando il corpo cambia e scopre problemi tipicamente legati all'età. Anche i disturbi vaginali possono essere collegati alla diversa anatomia dell'apparato genitale e ai cambiamenti ormonali di un particolare periodo di vita. Durante l'infanzia e la pre-adolescenza, il tessuto vaginale è più sottile: possono comparire - con una certa frequenza - disturbi non specifici, caratterizzati da prurito, bruciore, rossore. I vestiti attillati, gli indumenti intimi in materiale sintetico o l'uso di saponi irritanti peggiorano la situazione. Semplici regole di corretta igiene possono prevenire i disturbi nelle più giovani.

Anche la gravidanza può predisporre a vaginiti infettive. La candidiasi non è pericolosa per la mamma e nemmeno per il bambino. La vaginosi batterica e quella da Trichomonas possono invece esserlo: alla comparsa dei sintomi (prurito o bruciore, perdite vaginali di colore e odore anomalo) non esitate a contattare il ginecologo. Un altro periodo molto delicato nella vita di una donna è la menopausa: uno dei problemi tipici è la vaginite atrofica.

Sì al medico, no all'automedicazione

Astieniti dall'automedicazione e scegli di affidarti al medico: ecco un primo - ottimo - consiglio valido per tutti i tipi di vaginiti. Non è necessario rivolgersi subito a uno specialista (la visita può avvenire - se serve - in un secondo momento). Quel che invece conta è raccontare in modo dettagliato i sintomi al medico di famiglia: solo sulla base di una descrizione accurata il dottore potrà infatti formulare una diagnosi e indicarvi il trattamento più adatto. Se il trattamento prescritto dal medico non dovesse funzionare, sarà poi lui a indirizzarvi a uno specialista o a richiedere esami diagnostici più approfonditi.

Il primo luogo comune da sfatare in questo campo è che i detergenti intimi siano in grado di curare: i prodotti per l'igiene personale rientrano nella categoria dei cosmetici e quindi - per legge - non possono avere alcuna funzione curativa o preventiva. Non vanno usati se si hanno problemi (per esempio in caso di vaginite), ma solo in condizioni sane.

Altra cosa, invece, sono i medicinali che si acquistano in farmacia e vanno usati solo al bisogno, non per l'igiene quotidiana. I cosmetici non curano.

Una buona abitudine è leggere con attenzione gli ingredienti: sono elencati in ordine di quantità decrescente. Solitamente dopo l'acqua seguono i tensioattivi (le sostanze detergenti schiumogene) poi - tra gli altri - profumi, conservanti e coloranti.

Non comprare detergenti con tensioattivi aggressivi. Stesso discorso per i conservanti: alcuni sono a rischio allergia; altri sono decisamente meglio tollerati. Nell'articolo pubblicato su Salutest 71 abbiamo evidenziato quelli da evitare. Per quanto riguarda i profumi e i coloranti (indicati con la sigla CI seguita da un numero), invece, vale la regola che meno ce ne sono e meglio è.


Fonte: sito web Altro Consumo
 

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