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In aumento i disturbi alimentari, in Italia le donne le più colpite
Benessere - Articoli
Scritto da Angela Messina     Lunedì 24 Settembre 2012 08:28    PDF Stampa E-mail
disturbi alimentariI casi di anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari aumentano in Italia, specialmente tra le donne e gli in cui tali disturbi sono più presenti sono la moda e lo sport, in cui si pretende una forma fisica impeccabile. A tracciare il quadro della situazione è Nazario Melchionda, presidente della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare (Sisdca) e professore associato di Endocrinologia all'Università di Bologna Alma Mater Studiorum.

Le stime dicono che, tra le giovani donne, l'incidenza di queste malattie sia dello 0,5% per l'anoressia, tra l'1% e il 2 % per la bulimia e circa del 3-4% per i disturbi Ednos. In sostanza si può affermare che circa il 5-6% della popolazione femminile tra i 12 e i 25 anni, soffre di un alterato e patologico rapporto con l'alimentazione e il corpo. Una percentuale che, secondo la Sisdca, può salire al 10% considerando anche i disturbi parziali, cioè quelle situazioni non ancora patologiche, ma che possono rappresentare un campanello d'allarme.

distrubi alimentari
Melchionda ricorda quindi che è la bulimia il disturbo più insidioso; l'anoressia è una patologia che si nota e che più spesso finisce sui giornali, con le foto di donne emaciate e palesemente malate. Ribadisce ancora che un'anoressica pura è molto rara, poichè nel giro di sei mesi, un anno, tutte diventano bulimiche. La bulimia, invece, è più subdola, non si vede, e le pazienti riescono a tenerla nascosta anche per anni. La paziente anoressica è inoltre egosintonica, cioè è convinta di stare bene, mentre la bulimica sta male e si svela nel momento in cui chiede un aiuto, ha bisogno di curarsi. In sintesi, per lo specialista i disturbi alimentari sono molto più simili alla dipendenza da droga di quanto si possa immaginare.

I principali segnali che possono aiutare i genitori, gli insegnanti e gli amici ad intuire un disturbo del comportamento alimentare sono i seguenti: 1)Cambiamenti delle scelte alimentari: maggiori introduzione di acqua, aumento del consumo di vegetali, riduzione drastica dei condimenti, eliminazione del grasso visibile dai cibi e abolizione di alimenti ricchi di carboidrati come la pasta e il pane; 2)Possibilità di abbuffate saltuarie a periodi di restrizione alimentare; 3) Eccessiva attenzione al peso in relazione alla quale l'adolescente può salire sulla bilancia anche più volte al giorno; 4) Aumento dell'attività fisica; 5) Modificazioni comportamentali quali depressione, ansia, apatia, insonnia, diminuita capacità di concentrazione, sbalzi di umore che passa dall' euforia all' irritabilità; 6) Cambiamenti fisici come un notevole dimagrimento o l'aumento del peso; inoltre si possono manifestare disturbi gastrointestinali, stipsi, riduzione dell'interesse sessuale e amenorrea (assenza del ciclo mestruale). Talvolta possono riscontrarsi sulle nocche delle dita alcune lesioni dovute all'induzione del vomito.  

I disturbi del comportamento alimentare possono essere causati da molteplici fattori: genetici, psicologici e socioculturali. Disturbi d'ansia e disturbi ossessivi possono essere predisponendi ai DCA, così come fattori indivuduali quali i disturbi dell'umore e della personalità. Altrettanto importanti nella determinazione di queste patologie sono i fattori culturari correlati ai rapporti con i coetanei e con la famiglia e l'influenza dei messaggi lanciati dai mass-media. Le cause specifiche che possono scatenare il disturbo alimentare sono traumi di varia natura, situazioni di stress, fallimenti sportivi, scolastici o sentimentali nonchè diete rigide che l'adolescente, spesso, segue senza alcuna prescrizione medica.

I disturbi del comportamento alimentare devono essere affrontati sia da un punto di vista nutrizionale che psicologico. Ogni intervento dovrà essere personalizzato in relazione al quadro patologico che si presenta ed anche in relazione alla gravità del disturbo. Bisogna rivolgersi ad un medico nutrizionista per garantire un'alimentazione adeguata alle necessità nutrizionali e ottimale per il raggiungimento del peso ideale. Inoltre è sempre necessario associare alla terapia nutrizionale anche un supporto psicologico. Una eventuale psicoterapia familiare è da valutarsi caso per caso.
 

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