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L'istinto materno? Tutto nascosto dietro ad un gene |
Benessere - Articoli |
Scritto da maddyparla Mercoledì 19 Settembre 2012 14:07 |
Si dice spesso che non tutte le donne hanno istinto materno, una caratteristica che si è sempre creduto fosse legata ad un complesso insieme di elementi caratteriali e ambientali. Invece la natura di questo sentimento è tutta una questione genetica, infatti sembra che eliminare l'espressione di un singolo gene in una specifica area del cervello abolisca del tutto l'istinto materno nella donna. Un team di ricercatori americani della Rockefeller University di New York (Stati Uniti), infatti, ha scoperto che abbassando i livelli di un singolo gene si può spegnere l'istinto materno, almeno nei topi.
Il risultato, sottolineano gli esperti, costituisce un esempio unico di come agendo su un singolo gene in un gruppo specifico di cellule cerebrali si riescono a condizionare fondamentali comportamenti biologici. Questo studio ha consentito di scoprire un gene finora sconosciuto, l' Er alpha che e' attivo nell'area del cervello che controlla anche l'aggressivita' e la sessualita' e, in pratica, manipolato di annulla completamente l'istinto materno. Gli scienziati, grazie ad una particolare tecnica, chiamata Rna Interference, che permette di annullare in modo specifico l'espressione dei geni, sono riusciti ad eliminare l'attività del gene Er alfa, monitorando quello che succedeva su alcune cavie. Dal momento che i neuroni in certe regioni cerebrali possono essere “accesi” dall'estrogeno, riducendo l'estrogeno e di conseguenza i livelli di Er alfa nei neuroni, hanno ottenuto risultati sorprendenti. I dati sono stati descritti su Pnas, la rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, e non lasciano molti dubbi: manipolando un singolo gene in un gruppo di cellule cerebrali si possono influenzare comportamenti biologici fondamentali. Le femmine di topo sottoposte all'esperimento, e quindi con il gene modificato, avevano un atteggiamento più “freddo” nei confronti dei propri piccoli, erano più distaccate, coccolando e leccando i cuccioli meno rispetto alle altre femmine. La ricettività sessuale si riduceva anch'essa, mentre rimaneva invariata l'aggressività materna in difesa del nido da intrusi. L'équipe di ricerca, coordinata da Ana Ribeiro della Rockefeller University di New York, si è basata per gli esperimenti su studi precedenti, che avevano individuato una regione del cervello chiamata area mediale preottica, la quale è appunto responsabile dell’aggressività, della ricettività sessuale e della cura materna, ma i meccanismi molecolari che guidano questi comportamenti erano rimasti finora sconosciuti. |
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