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Estate e bambini: attenzione agli insetti
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Scritto da Angela Messina     Venerdì 22 Giugno 2012 15:09    PDF Stampa E-mail
estateDurante l'estate i bambini stanno molte ore all'aperto, al mare, in montagna, facendo lunghe passeggiate, ma è proprio l'estate a nascondere alcune insidie per la salute dei più piccoli. Una delle più fastidiose è rappresentata dagli insetti, che in questo periodo si riproducono a ritmi frenetici.

Trascorrendo gran parte del tempo libero all’aria aperta, nei parchi, nei prati, al fiume o in mare, i bimbi sono così il bersaglio preferito di zanzare, tafani, api, vespe, calabroni e zecche. Gli insetti, che colpiscono le zone più esposte e scoperte del corpo, come viso, braccia, gambe, caviglie e mani, si dividono in due tipologie: gli imenotteri come api, calabroni e vespe e gli insetti che succhiano il sangue per sopravvivere come i tafani e le zanzare.

Estate e bambini: attenzione agli insetti
Ma cosa succede dopo la puntura di un insetto? In seguito alla puntura, la saliva iniettata provoca il rilascio dell’istamina da parte dell’organismo; l'istamina è un mediatore chimico implicato nei fenomeni allergici ed infiammatori e provoca dolore pungente, bruciore e prurito. Di solito le lesioni da puntura provocano un sovra-slivellamento della cute, che si presenta arrossata, dove solitamente è possibile notare una crosticina puntiforme, che corrisponde al diametro del pungiglione. In alcune situazioni, per fortuna rare, le reazioni allergiche possono arrivare addirittura a provocare shock anafilattico, come ad esempio nel caso della puntura di ape o del calabrone.

Però si può evitare o ridurre il problema con pochi ma corretti accorgimenti, come spiega la Professoressa Susanna Esposito, Presidente SITIP, Società Italiana Infettivologia Pediatrica, e Direttore della UOC Pediatria 1 Clinica, presso la Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano. Ad esempio, in questo periodo, per ridurre al minimo il rischio di puntura è importante prendere alcune precauzioni che possono aiutare il bambino ad evitare l’insidia degli insetti e favorire una miglior gestione delle conseguenze da puntura d’insetto da parte dei genitori.

Ma vediamo quali sono: innanzitutto evitare indumenti di colore scuro; è meglio indossare vestiti con maniche lunghe, pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse; non spruzzarsi profumi o lozioni troppo forti, piuttosto cospargere più volte la pelle con lozioni a base di sostanze ad azione repellente per gli insetti; disporre di insetticidi di pronto e facile impiego. Non lasciare all’aperto cibi di scarto e non sostare in vicinanza di bevande o cibi molto dolci; fare attenzione a quando si cucina o si mangia all’aperto, specie nei mesi estivi ed in aperta campagna e tenere chiuse le finestre di casa, i finestrini dell'auto e i contenitori dei rifiuti. Sistemare le zanzariere alla finestra della camera dei più piccoli o sulla culla.

Usare cautela in vicinanza di luoghi che più frequentemente sono sede di nidi di api, vespe e calabroni, come in vicinanza dei produttori di miele, in campagna nel periodo di maturazione della frutta e durante la vendemmia. Evitare di uscire al tramonto o all’alba, momenti in cui solitamente gli insetti (soprattutto le zanzare) pungono più frequentemente. Adottare precauzioni quando i bambini praticano sport all’aperto, dato che sudore ed l’anidride carbonica emessa con il respiro attraggono gli insetti.

Bisogna inoltre spiegare ai bambini che non si devono mai lanciare oggetti contro un alveare, né provare a farlo cadere; spiegargli che se viene circondato da uno sciame deve allontanarsi molto lentamente, senza tentare di scacciare gli insetti; infatti i movimenti bruschi li eccitano e li rendono ancora più aggressivi; se si trova un alveare è meglio farlo rimuovere da personale esperto. Infilare il bordo dei pantaloni all’interno delle calze quando si cammina attraverso cespugli ed erba incolta; non lasciare i sottovasi del balcone pieni d’acqua, dopo aver innaffiato i fiori.

Nelle situazioni che possono essere a rischio (zone tropicali, paludose) far indossare ai bambini maniche e pantaloni lunghi e non  farli camminare mai a piedi scalzi; fare in modo che il bambino non gratti né sprema né incida la sede della puntura; non somministrare farmaci per bocca, se non su indicazione del medico.

Infine la Professoressa Esposito ricorda che è bene non usare insetticidi chimici che posso causare lacrimazione agli occhi e irritazione alle vie respiratorie. Se capita di utilizzarli, è importante aerare la stanza per almeno mezz’ora.  Possono invece essere lasciati accesi, anche tutta la notte, piccoli apparecchi elettrici che emettono ultrasuoni, onde sonore non fastidiose per l’orecchio umano, ma intollerabili per gli insetti. Vanno bene anche i classici zampironi o le candele alle essenze naturali, come la citronella e il geranio, che però sono da usare solo all’aperto e devono essere posizionati in luoghi dove i più piccoli non riescano a raggiungerli.

Cosa fare in caso di shock anafilattico? Prima di tutto rimuovere prontamente il pungiglione in caso di puntura di ape: il sacco di veleno attaccato al pungiglione si svuota entro 2-3 minuti; se si tratta di soggetti a rischio, che hanno presentato reazioni precedenti, dovrebbero essere sempre muniti di preparazioni di adrenalina predosata in siringa auto-iniettabile; condurre il bambino al più vicino pronto soccorso, perché il farmaco di scelta è l’adrenalina, che va iniettata intramuscolo o per via endovenosa in maniera ripetuta. Altri farmaci da somministrare (anche contemporaneamente) sono cortisonici e antistaminici. Ulteriori provvedimenti terapeutici sono da considerare in presenza di edema della glottide, broncospasmo ed ipotensione persistente. L’immunoterapia specifica (ITS) con veleno purificato di imenotteri è in grado di prevenire successive reazioni sistemiche nel 95% circa dei casi di soggetti trattati; ovviamente deve essere prescritta in ambiente ospedaliero.

Altre insidie estive sono le zecche. La zecca è un acaro ematofago parassita temporaneo di numerosi animali selvatici e domestici e occasionalmente anche dell’uomo. In questo caso non si parla di puntura ma propriamente di morso di zecca; di solito il bambino non si accorge di niente perché la puntura di zecca non è dolorosa né causa prurito. La presenza della zecca viene scoperta successivamente quando l’insetto succhia il sangue ed aumenta di dimensioni. In genere il morso della zecca comporta una reazione infiammatoria locale papulosa o granulomatosa con una piccola zona necrotica centrale; una volta che la zecca è stata staccata, la zona della puntura si gonfia leggermente e presenta una zona centrale di solito più bassa, infossata, che diventa una piccola crosta. Raramente compaiono sintomi generali quali febbre, eruzione cutanea ed ingrossamento dei linfonodi vicini alla zona della puntura.

Le zecche possono inoltre trasmettere numerose infezioni. In Italia, in particolar modo in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia, è presente la malattia di Lyme. Si tratta di una malattia infettiva che si sviluppa molto lentamente. Il sintomo iniziale è il cosiddetto eritema migrante e la zona cutanea colpita dalla zecca diventa progressivamente rossastra. L’unica cosa che quindi deve fare il genitore è controllare giornalmente, per 30-40 giorni, la pelle sulla quale la zecca si era attaccata. Se compare un qualsiasi eritema bisogna rivolgersi subito al medico per l’eventuale prescrizione degli antibiotici. Se non riconosciuta e curata in tempo, la malattia di Lyme si può propagare anche ad altri organi quali cervello, nervi, occhi, cuore ed articolazioni. In questo caso le terapie sono più impegnative e non sempre efficaci al 100%.

Durante l’estate, anche dal mare possono arrivare insidie per la salute dei bambini come la medusa. La più diffusa nel Mediterraneo è la Pelagia nucticola, che provoca solo reazioni nel punto di contatto. In caso di contatto con una medusa, una volta fuori dall'acqua, verificare che non siano rimaste parti di medusa attaccate al corpo e, se presenti, rimuoverle con protezione per le mani o con oggetti idonei; disinfettare con acqua salata di mare e poi con bicarbonato; medicare con un gel astrigente a base di Cloruro di Alluminio; le creme antistaminiche possono essere utili per alleviare il prurito, ma sono fotosensibilizzanti: bisogna quindi applicarle senza esporsi al sole; fare molta attenzione al contatto con gli occhi per il rischio di ulcere corneali. No ai rimedi fai da te sul sito di puntura: ammoniaca, limone, aceto, alcol; non strofinare o grattare, perché si corre il rischio di mandare in circolo le tossine rilasciate; non utilizzare pinzette per rimuovere eventuali frammenti di tentacoli, perché la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine; non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.

Sulla spiaggia, invece, il pericolo più frequente è rappresentato dalle tracine, che si trovano sotto la sabbia, vicino alla riva. Per prevenire il morso della tracina sarebbe opportuno far indossare sempre al bambino delle scarpette in gomma da mare e nel caso dovesse essere punto far mettere il piedino del bambino sotto la sabbia calda; tamponare il sito di puntura con acqua bollente, perché il calore lenisce il dolore provocato dalle tossine velenose; applicare sostanze a base di ammoniaca è quasi inutile.
 

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