In California, all'Università di Stanford, il team di studiosi coordinato da James Loudin ha messo a punto degli occhiali che funzionano e si alimentano grazie alla luce: sono celle simili a quelle dei pannelli solari ma ultrasottili messi sotto la retina dei topi utilizzati nell'esperimento. La nuova protesi retinica è progettata per elaborare i dati visivi, gli occhiali sono dotati di microcamera e pocket PC, praticamente converte la luce in corrente elettrica che fluisce nella retina.

Le immagini risultanti vengono proiettate sulla retina mediante impulsi ad infrarossi, i pixel della matrice convertono la luce in correnti di stimolazione locale i quali concretizzano la vista.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Photonics e pone  basi concrete per combattere la cecità anche negli uomini, sfruttando il vantaggio dell'assenza di ingombranti componenti esterni, come cavi e bobine, presenti nei modelli di protesi precedenti. Le protesi attuali invece richiedono complesse procedure chirurgiche per impiantare i componenti, anche se hanno dato buoni risultati nel ripristino della vista. Daniel Palanker, tra gli autori della ricerca, afferma che "il chirurgo deve solo creare una piccola tasca sotto la retina per lasciar scivolare le celle fotovoltaiche al suo interno".

Per ora l'impianto è stato sperimentato solo sulla retina di ratti deceduti, ma gli esiti sono stati estremamente positivi, per cui ora i ricercatori prevedono di passare a test su animali vivi e infine sull'uomo. Da recenti studi di settore, è emerso che la popolazione italiana non vedente è cresciuta fino al 1994 per poi scendere nel 1994 e 2000. Le regioni meridionali sono quelle più colpite, probabilmente perchè un accesso ridotto ai servizi sanitari può aver favorito l'insorgenza di malattie che portano alla cecità, come il glaucoma e il distacco della retina. Invece la cecità nei bambini può essere causata da cataratta congenita, atrofia ottica, distrofia retinica, particolarmente temibili sono la toxoplasmosi e la rosolia.