Sarà sul mercato americano entro l'estate e poi anche in Italia: è 'Truvada', la pillola che previene l'Aids, dopo trent'anni dalla scoperta della malattia e 46 milioni di morti in tutto il mondo, la Sindrome di Immunodeficienza Acquisita è giunta così ad una svolta che farà epoca. Un team di 22 esperti indipendenti che fa capo all'Ente federale Usa per il controllo dei farmaci (FDA) ha espresso il primo sì all'uso del medicinale.

Prodotta dalla californiana Gilead Science Inc. è in uso dal 2004 per attenuare i sintomi degli individui sieropositivi all'astronomico prezzo di 11-14 mila dollari all'anno (600000 nel corso di una vita). Ma fino ad oggi non era mai stata approvata dall'FDA per la prevenzione dell'Aids (e quindi le assicurazioni mediche non la rimborsavano).

Una ricerca pubblicata nel 2010 ha dimostrato per la prima volta, che questo medicinale ( a base di emcitrabina e tenofovir disoproxil) può prevenire l'infezione nei soggetti a rischio; dopodichè un altro studio durato tre anni ha dimostrato che l'assunzione giornaliera del farmaco, abbinato all'uso del preservativo e sostegno psicologico, riduce del 44% il rischio d'infezione sia negli uomini omosessuali sia bisessuali; negli eterosessuali i contagi vengono ridotti del 75%. A ridosso di questi dati, la decisione dell'ente federale, attesa entro il 15 giugno, fa sperare in un esito positivo.

Ma la comunità gay si è già spaccata in due. Lisa Sterman,  famosa dottoressa di Castro Street (il quartiere gay di San Francisco), inneggia alla vigilia di una svolta storica. Michael Weinstein, presidente dell'Aids Foundation Healthcare, ribatte che "Truvada sarà una catastrofe per la prevenzione dell'HIV; finirà per incoraggiare i comportamenti a rischio smantellando decenni  di campagne d'informazione sul sesso sicuro. Il metodo più sicuro per prevenire l'Aids è l'uso del preservativo".

Il team di esperti ha sottolineato che per ottenere la protezione desiderata l'adesione alla terapia deve essere accurata, il medicinale va preso tutti i giorni, mentre le donne potrebbero aver bisogno di dosi di farmaco superiori. Ricordiamo inoltre che ogni anno in Italia si verificano 4000 nuove infezioni e un sieropositivo su quattro non sa di esserlo.