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No alle droghe: è il cervello che decide |
Benessere - Articoli |
Scritto da Angela Messina Giovedì 03 Maggio 2012 10:00 |
Ci sono adolescenti che dinanzi alla possibilità di fumare o drogarsi dicono di no, altri che invece non sanno resistere e iniziano, da cosa dipende? Secondo due due ricercatori americani, Robert Whelan e Hugh Garavan, dell’University of Vermont che, insieme a un gruppo di colleghi internazionali, hanno analizzato, con la risonanza magnetica, il cervello di circa 1.900 quattordicenni, tutto dipende dal cervello.
Infatti, grazie alla risonanza magnetica, hanno identificando i network cerebrali, cioè delle aree del cervello fortemente interconnesse, che si attivano quando si prendono decisioni. Diminuendo l'attività del network che coinvolge la corteccia orbito-frontale, si è più impulsivi e si fa più facilmente ricorso a alcol, sigarette e sostanze illegali nell’adolescenza. Secondo gli esperti l’esame dell’attività cerebrale in queste aree potrebbe essere utilizzato come biomarker capace di predire i comportamenti a rischio.
Inoltre i ricercatori hanno anche dimostrato come questi network, che predispongono all’uso di droghe, siano diversi da quelli correlati ai disordini da iperreattività con deficit di attenzione (ADHD), mentre fino a qualche tempo fa queste due condizioni venivano associate fra loro. Lo studio dei network cerebrali sta facendo luce sulla complessa neurobiologia del comportamento impulsivo e sulla capacità di tenere a freno certi impulsi che, scientificamente è il cosiddetto controllo inibitorio. Gli studi in questo campo sono tantissimi anche perché il consumo di droghe sempre maggiore tra i giovani, comporta una attenzione maggiore da riservare ad un problema che è diventata una piaga ormai nel nostro paese e nel resto del mondo. Il consumo di sostanze stupefacenti si propaga sempre di più e in una nota il Dipartimento Anti Droghe della presidenza del Consiglio, diramata lo scorso mese, si legge che la prevenzione e l’attenzione verso il problema sta dando esiti positivi, dato che il consumo di droga si è abbassato, tuttavia per scongiurare facili entusiasmi, è necessario che la prevenzione vada di pari passo con la cura. Pare infatti, che molti ragazzi siano più consapevoli che il consumo di sostanze stupefacenti sia davvero una malattia e per questo, tentano una cura in centri specifici. Le ricerche proseguiranno seguendo altri 2000 ragazzi di diversi paesi europei che saranno sottoposti a risonanza magnetica, analisi genetica e analisi comportamentale. |
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