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Italia: in aumento l'uso di antidepressivi |
Benessere - Articoli |
Scritto da Giorgia Marchesi Lunedì 23 Aprile 2012 11:50 |
La crisi economica che ha investito il nostro paese inizia a mostrare i suoi effetti anche sulla salute. Dal Rapporto Osservasalute 2011 emerge che gli italiani rinunciano ad un'alimentazione sana e a fare sport mentre aumenta l'uso degli antidepressivi.
A causa della crisi economia i primi tagli nel bilancio familiare vengono fatti a scapito della salute, infatti c'è un minor consumo di frutta e verdura, che diventano un lusso per pochi: per la prima volta dal 2005 si registra un calo del numero di porzioni consumate al giorno (da 5,7% a 4,8%), dato che era rimasto grosso abbastanza stabile fino al 2008. Gli italiani cercano risposte rapide al moltiplicarsi dei piccoli disturbi, in aumento anche in funzione del carico psicologico legato all'incertezza: spesso lo fanno a spese proprie, per continuare a svolgere le funzioni quotidiane in famiglia e al lavoro. Risulta così aumentato il consumo di farmaci antidepressivi (cresciuto di oltre quattro volte in dieci anni, da 8,18 dosi giornaliere per mille abitanti nel 2000 a 35,72 nel 2010). Numerosi studi dimostrano che l'impatto sulla salute di una crisi economica è forte: potrebbe portare a un incremento dei suicidi e delle morti correlate all'uso/abuso di alcol e droghe. Ma c'è anche qualche buona notizia: nonostante la crisi la salute degli italiani resta tutto sommato buona perché possono vivere di rendita, merito per esempio dell'ottima dieta mediterranea. Una rendita che però rischia di erodersi rapidamente: gli italiani sono sempre più grassi (nel 2010 il 45,9% degli adulti è in sovrappeso, contro il 45,4% del 2009), vecchi (aumentano le persone dai 75 anni in su, che rappresentano il 10% della popolazione contro il 9,8% della scorsa edizione del Rapporto) e soffrono sempre più di malattie croniche. Per di più le scelte in ambito di politica sanitaria rischiano di peggiorare le cose. Le ultime manovre economiche hanno portato al ridimensionamento dei livelli di finanziamento dell'assistenza sanitaria già dal 2012, all'introduzione di ulteriori ticket, a tagli drastici nei trasferimenti alle Regioni e alle municipalità dei fondi su disabilità, infanzia e altri aspetti che vanno a incidere sulla nostra salute, afferma Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute e dell'Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica di Roma. Peraltro i tagli non riducono l’inappropriatezza di molti interventi sanitari, né migliorano la qualità delle cure, anzi appesantiscono ancor più le liste di attesa. |
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