In Italia il tumore all'endometrio è il più diffuso per quel che riguarda l'apparato genitale femminile, ma la pessima notizia è che i casi sono in aumento seppur venga diagnosticato già a quasi 7.700 donne ogni anno: diventa così di fondamentale importanza agire sulla prevenzione, argomento trattato durante la Conferenza Nazionale dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) a Mestre.

Il sintomo più evidente del tumore all'endometrio è il sanguinamento vaginale anomalo tra un ciclo e l'altro o dopo la menopausa, sintomo che però viene sottovalutato dalle donne.

Il Presidente dell'Aiom Stefano Cascinu spiega che bisogna richiamare l'attenzione su questa neoplasia frequente in menopausa ma che, in un 15-20% dei casi, si presenta anche in età molto giovane; fortunatamente si riconosce velocemente nel 70% dei casi e si può intervenire in tempo. I sintomi ci sono ma vengono spesso trascurati in quanto vengono messi in relazione con l'arrivo della menopausa, le cui perdite alterine non fanno pensare a problemi di salute ma solo ad un adeguamento ormonale del corpo. Meglio però rivolgersi al proprio ginecologo che, con una semplice ecografia transvaginale, può valutare lo spessore dell'endometrio, e con un'isteroscopia può visionare la cavità endometriale.

Sandro Pignata, Presidente della Conferenza, chiarisce che grazie alla diagnosi precoce nel 70% dei casi si può intervenire con un intervento chirurgico e risolvere il problema con esito positivo, intervento che tratta l'esportazione dell'utero e delle ovaie. Gli esperti sottolineano quanto sia importante capire cosa fare per non ammalarsi, in quanto la fascia d'età più colpita è dopo i 60 anni e, visto il generale invecchiamento della popolazione, sono destinati ad aumentare. Per esempio l'obesità e il sovrappeso, ma anche altri fattori di rischio noti per questa malattia come il menarca precoce o la menopausa tardiva (che causano un aumento di esposizione agli estrogeni), infertilità, diabete mellito, terapia con antitumorali come il tamoxifene.